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ORVIETO (Tr). Necropoli di Crocifisso sul Tufo.

orvieto

La necropoli di Crocifisso del Tufo si trova ai piedi della rupe di Orvieto sul versante Nord. La necropoli (che prende il nome da un crocifisso cinquecentesco scolpito nel tufo in loco) ha restituito circa 300 tombe.
Le prime notizie di ritrovamenti nell’area risalgono alla fine del Settecento.
Già utilizzata dall’VIII secolo a.C. ebbe il suo periodo di massimo sviluppo nella fase finale del VI e nei primi anni del V secolo a.C.
orvietoIn quest’ultima fase nella città dei morti orvietana si diffondono tombe a dado costruite con blocchi di tufo, allineate su strade che si incrociano ad angolo retto e distribuite nell’ambito di isolati. Le tombe poste sui due lati delle vie funerarie presentano ingressi sfalsati. I sepolcri, di piccole dimensioni (relative a nuclei familiari ristretti) sono a camera rettangolare (per lo più singole, raramente a due camere allineate longitudinalmente) hanno copertura a pseudo volta e sono munite di due banchine di deposizione (una lungo la parete di fondo ed un’altra a ridosso di una parete laterale). La porta di accesso alle camere, interrata quasi per metà rispetto al piano stradale, era chiusa da un lastrone.
Sull’architrave di alcune tombe si leggono ancora i nomi dei defunti. La quasi totalità delle epigrafi è costituta con la formula personalizzata (cd. oggetto parlante): io sono la tomba di .. La tomba 21, ad es., apparteneva a Puplies Tatanas (“Mi Puplies Tatanas”); il sepolcro K136 invece era intestato a Velelias Cries. Alcune tombe presentano una doppia iscrizione, forse attestanti il legame tra due famiglie (parenti, comproprietari della tomba?). Vi sono anche casi in cui una prima iscrizione è stata abrasa e sostituita con il nome di un’altra famiglia.
orvietoA fianco di alcuni sepolcri sono state rinvenute delle tombe a cassetta dotate di cippo con iscrizione, con corredo costituito prevalentemente da reperti miniaturistici. Nella tomba 37, ad es., sono stati trovati 19 vasetti in bucchero e tra i resti ossei due dentini da latte. La tomba 146 di Latinie Kaile in particolare ha restituito piccoli vasi in bucchero ed alcuni strumenti miniaturistici in ferro (alari, spiedi ed una cuspide di lancia). Si ritiene che questa tipologia di deposizioni fosse di massima utilizzata per gli infanti, forse collegati alla famiglia della tomba principale.
Lungo le strade talvolta sono state scavate tombe a fossa coperte da lastre di tufo. La mancanza di iscrizioni su quest’ultime non consente di comprendere l’eventuale collegamento con la tomba adiacente (tombe di servi o personaggi di rango inferiore ?).
Sulla sommità dei dadi si trovano spesso cippi di vario tipo.
Nella necropoli coesistono il rito della inumazione e della incinerazione.
La struttura della necropoli (planimetria regolare impostata su assi ortogonali) postula il rispetto di una sorta di un piano regolatore e l’esistenza di un forte governo/potere centrale.
orvietoL’uniformità delle tombe riflette un’organizzazione societaria egualitaria relativa ad una popolazione abbastanza benestante (relativa ricchezza dei corredi composti da bronzi, ceramica locale e d’importazione) appartenente alle classi sociali emergenti (commercianti, artigiani, etc …).
La società orvietana risulta aperta anche a stranieri: umbri, sabini, latini, greci e celti. Sull’architrave della tomba 95 si legge “io sono la tomba di Laukusie Latines”, che era probabilmente di origine latina. La tomba 29 apparteneva a ”Mamarce Velthienas”, gentilizio quest’ultimo forse corrispondente al falisco Voltios.
La necropoli fu utilizzata fino alla conquista e distruzione di Orvieto da parte dei Romani nel 264 a.C.
I reperti provenienti dalla necropoli sono conservati presso il Museo Archeologico Nazionale ed il Museo Claudio Faina di Orvieto-

orvietoSulla necropoli di Crocifisso sul Tufo cfr., tra l’altro:
– informazioni contenute nei siti Facebook della “Necropoli etrusca del Crocifisso del Tufo Orvieto – Pagina Istituzionale “ e del “Museo Archeologico Nazionale Orvieto – pagina istituzionale”;
Da Orvieto a Bolsena: un percorso tra Etruschi e Romani, a cura di Giuseppe M. Della Fina e Enrico Pellegrini, Pacini Editore, 2013, pagg. 62 – 64;
Storia di Orvieto – 1 Antichità a cura di Giuseppe M. Della Fina, Quattroemme, 2003 pagg. 275 e ss.

Di seguito immagini della necropoli e delle tombe.

Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com

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