Una nuova scoperta sta arricchendo le conoscenze sugli etruschi: da uno scavo in corso a Orvieto sta emergendo il Fanum Voltumnae, il santuario federale dove si riunivano i rappresentanti delle dodici città principali che formavano la lega etrusca.
Un luogo di grande rilievo sia religioso che politico il cui ritrovamento porterebbe a una svolta importantissima nell´etruscologia. Il rinvenimento, in questi giorni, di due altari, uno dei quali monumentale e di fattura particolarmente raffinata, insieme a quello di frammenti ceramici che consentono di datare l´inizio della frequentazione della zona in epoca villanoviana, vale a dire nella fase iniziale della civiltà etrusca, sembrano avvalorare decisamente l´ipotesi.
I ritrovamenti si devono a Simonetta Stopponi (Università di Macerata) che sta conducendo approfondite indagini dal 2000. L´area è quella di Campo della Fiera, ai piedi della rupe di Orvieto. È grande tre ettari e ha restituito numerosi resti che documentano una continuità ininterrotta di uso sino alla peste nera del 1348. Lo scavo sta per concludersi e i risultati verranno annunciati pubblicamente i primi giorni della prossima settimana.
Nel Fanum Voltumnae i rappresentanti delle principali città etrusche si ritrovavano annualmente. Ma erano previste anche assemblee straordinarie la cui convocazione poteva essere richiesta, in casi di particolare gravità, da parte di popoli alleati quali i Falisci e i Capenati. Così almeno accadde – secondo la testimonianza di Tito Livio – nel 397 a.C. quando si trattò di prendere una decisione sulla sorte di Veio, assediata dai Romani.
Le assemblee avevano un carattere politico. E a Roma si guardava ad esse con preoccupazione. Il valore politico degli incontri era ribadito dall´elezione di una sorta di primus inter pares, definito in iscrizioni latine di età imperiale come praetor Etruriae.
Gli incontri avevano comunque anche un aspetto religioso: non a caso il luogo era posto sotto la protezione del dio Voltumna, una divinità assimilata a Tinia, vale a dire il Giove latino. Non mancavano neppure le manifestazioni sportive e gli spettacoli: grande scandalo suscitò la decisione del re di Veio di ritirare per protesta gli atleti e gli attori veienti dai giochi nel 404 a.C.
Tito Livio è lo storico latino che informa più dettagliatamente sul Fanum Voltumnae, ma purtroppo non fornisce indicazioni sulla sua localizzazione.
A partire dal Quattrocento sono state avanzate diverse proposte per la sua identificazione.
Nel Novecento ha preso quota la localizzazione a Orvieto, l´etrusca Velzna. Fra gli indizi veniva indicata una disposizione dell´imperatore Costantino – tra il 333 e il 337 d.C.- che autorizzava gli Umbri a svolgere la propria festa religiosa a Spello e non più aput Volsinios, presso Volsinii, insieme agli Etruschi.
Va tenuto presente che in epoca imperiale, dopo il duro intervento effettuato da Roma nel 264 a.C., la città di Volsinii era stata saccheggiata e rifondata sulle sponde del lago di Bolsena e non si trovava quindi più sulla rupe orvietana. Ma nel testo costantiniano si dice “presso” e non “in” Volsinii.
Questo e altri elementi hanno spinto a cercare il Fanum Voltumnae tra Orvieto e Bolsena.
Negli anni Trenta del secolo scorso, un erudito appassionato di archeologia, Geralberto Buccolini, avanzò l´ipotesi che il santuario fosse ai piedi della rupe orvietana, nell´area di Campo della Fiera e del Giardino della Regina. Determinanti erano per lui alcuni ritrovamenti avvenuti in quella zona negli anni Settanta e Ottanta dell´Ottocento.
Sulla scorta di queste conoscenze sono stati avviati gli scavi diretti da Simonetta Stopponi e resi possibili dal sostegno finanziario della Banca Monte dei Paschi di Siena. L´indagine ha intanto evidenziato un dato storico: la scoperta di un´intensa frequentazione attestata da interventi urbanistici e architettonici in epoca repubblicana e imperiale romana.
Tra le strutture riportate alla luce va segnalato un ampio recinto al cui interno è stato scoperto un tempio che presenta almeno due fasi edilizie e un percorso pedonale realizzato a fianco del suo lato lungo meridionale, due pozzi (uno con una base modanata in trachite) e da ultimo – come si è già ricordato – due altari rispettati nella ristrutturazione dell´area avvenuta nel II sec. a.C. Uno, di fattura pregevole, è realizzato in trachite, l´altro in tufo. Il più monumentale sembra risalire alla metà del V sec. a.C. ed essere contemporaneo alla fase più antica del tempio col quale è probabilmente in connessione. In questa stessa zona erano stati rinvenuti già due bronzetti di offerenti, oltre a numerosi frammenti di ceramica attica di qualità notevole, e ora si è scoperto il basamento di un donario.
In un altro settore della stessa area di scavo, gli archeologi hanno riportato alla luce una fontana monumentale e la base di un ulteriore edificio di epoca etrusca dalle dimensioni ragguardevoli.
Nelle prime campagne di scavo erano state messe in luce due antiche strade basolate, una delle quali appare delimitata da un muro in opera reticolata lungo 70 metri ed è stata interpretata dagli scavatori come una via sacra; terme di modeste dimensioni di epoca romana e una chiesa di origine altomedievale impostata su strutture precedenti. Un´altra ampia via lastricata e alcuni ambienti che vi si affacciavano sono stati rinvenuti, a non molta distanza, in scavi condotti direttamente dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell´Umbria sotto la direzione di Paolo Bruschetti.
Molto resta da indagare e comprendere: occorre cercare i resti delle strutture legate agli spettacoli e ai giochi e scoprire ancora con ogni probabilità l´edificio (o il luogo consacrato) principale. Ma che l´area del Fanum Voltumnae sia stata individuata appare – dopo i rinvenimenti di questa estate – sempre più verosimile.
Fonte: La Repubblica 22/08/2007
Cronologia: Arch. Italica