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OLBIA. Reperti nel fango.

alluvione-sardegn

alluvione-sardegnNel corso dell’alluvione, un’ onda di piena di m 1,5 ha inondato il principale dei depositi archeologici di Olbia, dove sono conservate sia le grandi casse di legno contenenti, smontati asse per asse, i relitti di navi romane e medievali dello scavo del porto, sia le cassette dei reperti degli scavi degli ultimi anni, tra i quali – per fare solo un esempio – i corredi delle circa 400 tombe di uno scavo effettuato nell’area della necropoli punica e romana della città antica.
I danni sono stati molto ingenti.
Le cassette dei reperti trasportate dall’acqua hanno vagato per tutto il grande edificio, finendo per giacere in situazione molto caotica, in svariati casi piene di acqua e/o fango; parte dei reperti fuoriusciti da esse sono finiti nel fango sul pavimento. Le grandi casse dei relitti, e soprattutto il loro contenuto, per fortuna non pongono problemi al di là del loro riordino.
Il danno è scientifico oltre che patrimoniale, perché ricomporre i contesti di provenienza dei pezzi usciti dalle cassette sarà lungo e difficile, e in alcuni casi forse impossibile. Ha subito danni anche l’edificio (infissi, impianti ecc.).
La Soprintendenza per i Beni Archeologici ha dato immediatamente avvio ad una prima fase di lavori con la procedura di somma urgenza, e gli Uffici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo si sono già attivati per il reperimento dei fondi necessari.
Una seconda fase di intervento sarà comunque necessaria ed urgente, per il lavaggio di tutti i reperti, la loro risistemazione ottimale e il restauro di quanti danneggiati dall’alluvione o che potrebbero subire degrado in futuro a causa dell’acqua e del fango assorbiti.

Autore: Rubens D’Oriano, responsabile per Olbia della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro.

Fonte: http://www.tafter.it , 17 dic 2013

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