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NUS (Ao). Ritrovati 56 fondi di capanna di epoca romana al col Pierrey.

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Ad avviare le ricerche dei tecnici regionali al col Pierrey tra Nus e Torgnon è stata la segnalazione di un cittadino di Nus, Pier Carlo Reboulaz. Ritrovati 56 fondi di capanna di forma sub circolare e i resti di una moneta bronzea di epoca romana.
La Valle d’Aosta pian piano svela le testimonianze del proprio passato. L’ultimo ritrovamento è avvenuto al Col Pierrey, al confine tra i comuni di Nus e Torgnon. Si tratta di 56 fondi di capanna di forma sub circolare, caratterizzate da una struttura perimetrale in muratura a secco. La segnalazione è partita da Pier Carlo Reboulaz, cittadino di Nus.

Una prima serie di indagini di superficie all’interno delle capanne sono state avviate portando alla luce la metà di un asse, moneta bronzea di epoca romana che fa supporre una frequentazione del sito relativa al 50-40 a.C. Il ritrovamento apre un fronte di ricerca importante per quanto concerne gli insediamenti d’altura in Valle d’Aosta nel II-III sec. a.C., in quanto può essere una prima conferma circa l’ipotesi di una loro diffusione sul territorio, formulata nel corso delle ricerche presso il sito Tantané, a La Magdeleine, dove era stata individuata la stessa tipologia di capanne e di monete.

“Questo rinvenimento – spiega  Soprintendente per i beni e le attività culturali, Roberto Domaine –  di notevole interesse storico-culturale conferma l’importanza attribuita alle fasi di ricerca nei confronti dei beni culturali. Le attività di scavo e di studio condotte nei diversi siti sparsi sull’intero territorio regionale, hanno permesso in questi ultimi anni di arricchire le numerose testimonianze già esistenti, allargando così le conoscenze sull’illustre passato della nostra regione”.  

“Questo ritrovamento – sottolinea l’Assessore Laurent Viérin – è testimone dell’importanza che, per l’Assessorato Istruzione e Cultura, rivestono gli scavi archeologici quale primo passo per una corretta restitution del patrimonio culturale e ci incoraggia nel continuare col lavoro intrapreso negli ultimi anni in stretto e continuo dialogo con le attività di valorizzazione. Questo pregevole rinvenimento conferma l’importanza del patrimonio nella conoscenza delle nostre radici storiche”.

Autore: Moreno Vignolini

Fonte: AostaSera.it, 07/08/2010

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