L’eccezionalità delle scoperte in località Croce del Papa ha suggerito alla Soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e Caserta di progettare un Parco archeologico della preistoria a Nola e San Paolo Belsito, un territorio che si presenta come il depositario dei più importanti ritrovamenti avvenuti negli ultimi tempi.
In Campania, da alcuni anni, questa zona sta evidenziando situazioni archeologiche di eccezionale importanza, uniche nel loro genere in Italia e in Europa. In questo quadro, del tutto nuovo, negli scavi di Nola e di San Paolo Belsito sono venuti alla luce reperti di straordinaria importanza relativi all’età del Bronzo antico e a periodi importanti per la storia della Campania. Da ricordare la scoperta a San Paolo Belsito dei due primi scheletri dei fuggiaschi dell’eruzione di Avellino, morti durante le prime ore della catastrofe, e recentemente, nella zona Monticello-La Starza, lo scavo di una necropoli del Bronzo Antico con tumuli e tombe a fossa, con abbondante materiale ceramico e faunistico. Il progetto del Parco archeologico interessa l’insediamento dell’età del Bronzo antico, posto ad una profondità di circa sei metri al di sotto dell’attuale livello di campagna. L’eccezionalità e l’originalità del ritrovamento ha impegnato i tecnici della Soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e Caserta nella ricerca non solo di nuove metodologie di scavo ma anche di complesse e innovative tecniche di recupero, rilevamento e conservazione.
L’esigenza primaria è quella di proteggere il bene che, lasciato allo stato attuale, corre il rischio di essere consumato dalla falda e dagli agenti atmosferici che pesantemente incidono sui ritrovamenti che la copertura dei fanghi vulcanici ha preservato per migliaia di anni. Interventi urgenti sono, quindi, il consolidamento delle pareti di scavo, costituite da friabili stratificazioni di pomici e ceneri vesuviane; la creazione di un idoneo sistema di fruizione che consenta un facile uso ed un’integrale lettura del territorio per gli aspetti storico-archeologici e vulcanologi; attrezzature e servizi di protezione e accesso.
È previsto inoltre un punto di ristoro attrezzato e collegato ad una piccola sala polifunzionale, utilizzabile all’occorrenza, come sala proiezioni e sala didattica per lezioni pratiche collettive. Nell’area del Parco verranno predisposti percorsi di visita a tre diverse quote, consentendo quindi la lettura dei manufatti archeologici, sia nel loro andamento planimetrico sia nei dettagli dello scavo. Il progetto prevede la realizzazione di strutture didattiche e divulgative per un museo all’aperto e vari percorsi culturali per i visitatori. Nel museo all’aperto saranno presentati, oltre ad un grande plastico con la distribuzione degli insediamenti, una delle grandi capanne esplorate ricostruita a grandezza reale con tutto il suo arredo. Si propone, in alcune parti dell’area archeologica, la ricostruzione ambientale con colture simili a quelle protostoriche e con scelte di arbusti della stessa specie di quelli riscontrati negli scavi e utilizzati dalle popolazioni primitive. Infine l’organizzazione di un “orto sperimentale” permetterà di verificare alcune tecniche antiche, come la rotazione delle colture e la concimazione: un Museo delle colture che sarà un continuo work in progress.
Fonte: Il Mattino 11/04/05
Autore: Giuseppe Vecchio
Cronologia: Arch. Romana