“Non solo monete, ma anche vasi, anfore e fregi di marmo. Il collezionismo clandestino di reperti è un fenomeno difficile da circoscrivere soprattutto in una zona come quella del Nolano, ricca di testimonianze”.
Giuseppe Vecchio, responsabile per la sovrintendenza archeologica dell’area nolana, spiega al “Mattino” perché il territorio fa gola ai predoni del passato.
Gli investigatori sospettano che parte delle monete ritrovate possano provenire dall’area archeologica. Possibile?
“È difficile, ma non impossibile. Trattandosi di varie epoche non credo però che la fonte possa essere unica”.
I tesori del passato dell’area nolana non sono mai stati saccheggiati?
“Altroché. Non credo sia una leggenda il fatto che nei saloni di molte abitazioni private siano esposti in bella mostra reperti mai classificati. Il saccheggio più imponente è avvenuto tra la fine del Settecento e quella dell’Ottocento”.
Musei illeciti in casa. Come è possibile?
“Spesso si scoprono reperti anche quando si scava per costruire un’abitazione e la tentazione di appropriarsi di un piccolo tesoro ha la meglio anche sulla consapevolezza di aver sottratto alla comunità un pezzo di storia”.
Di quali tipi di monete è ricco il territorio?
“Le varietà e le epoche sono numerose. Come numerose sono le circostanze in cui si ritrovano. Abbiamo recuperato sacchetti di monete a corredo delle tombe dei defunti, ma anche piccoli tesori nelle stanze delle ville. E poi non bisogna dimenticare che Nola, nel quarto secolo avanti Cristo, batteva moneta propria”.
Fonte: Il Mattino 15/10/2005
Autore: Carmen Fusco