Il volume dell’editrice Marius disegna un viaggio tra gli abitanti, le case, le suppellettili e i gioielli della città distrutta dal Vesuvio 2000 anni fa.
Curata da Mario Pagano, per anni direttore responsabile del sito archeologico di Ercolano, la pubblicazione “Gli Scavi di Ercolano” è il risultato del lavoro d’equipe di archeologi e studiosi dei fenomeni vulcanici dell’area vesuviana.
Il libro si propone nelle vesti di guida per il turista che voglia conoscere storia, architetture, case e abitanti dell’antica e colta cittadina d’epoca romana. Ercolano, sacra ad Ercole, secondo la leggenda fu appunto fondata dal semidio forzuto durante il ritorno in patria e dopo aver sostenuto la decima delle sue “fatiche”.
Sisenna, uno storico del I secolo a.C., la descrive situata tra due fiumi, posta di rimpetto al golfo di Napoli e “fornita di approdo sicuro in ogni momento”. Certo è che Ercolano, duemila anni fa e contrariamente alla vicina Pompei, che fu polo commerciale per eccellenza, dovette essere un centro esclusivo dove la nobiltà, campana e romana, sceglieva di abitare per la bellezza del luogo.
Se accanto a questo, poi, si considera che la cittadina era meta di filosofi e pensatori e fu centro importante per la diffusione della filosofia d’Epicuro, allora ben si comprende il perché dell’interesse destato tra gli studiosi delle antichità. Senza contare lo sviluppo di soluzioni costruttorie ardite che ingegneri e architetti romani scelsero per costruire edifici digradanti sul mare o ville di bellezza senza paragoni.
Le descrive con dovizia di particolari, queste prerogative ercolanesi, appunto il volume della Marius (126 pagine, 16 euro) che in tal modo semplifica la visita a chiunque voglia percorrere “cardini” (sono le strade che si sviluppano in senso Nord – Sud) e “decumani” (incrociano i cardini in senso orizzontale) senza nulla perdere degli elementi scavati dal 1748 a oggi.
Ercolano, difatti, durante la tragica eruzione del 79 d.C. venne sommersa e inglobata in una massa di cenere vulcanica alta dai 10 ai 25 metri. I suoi abitanti, quelli che si erano rifugiati sulla marina e avevano trovato riparo sotto i fornici per le barche, ebbero il sangue e gli altri liquidi del corpo letteralmente vaporizzati dalle temperature dell’ordine di 500 gradi centigradi.
Una delle peculiarità del saggio è quella di descrivere puntigliosamente tutte le più interessanti domus ercolanesi, offrendo, nel contempo, numerose immagini sia dell’insieme che dei particolari: suppellettili, arredi, ori. Ancora, un paragrafo è dedicato alla scoperta degli scavi, al ritrovamento dei papiri e al loro svolgimento con la macchina inventata da Padre Antonio Piaggio.
Infine, sono proposte numerose immagini degli ultimi ritrovamenti nell’area di Villa dei Papiri, la grandiosa costruzione a tre piani, appartenuta forse al suocero di Cesare, Calpurnio Pisone, e cenacolo di intellettuali e filosofi del calibro di Filodemo, di Gàdara e Virgilio.
Fonte: CulturalWeb 18/12/03
Autore: Carlo Avvisati
Cronologia: Arch. Romana