I recenti scavi effettuati a Nepi dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio hanno portato alla luce i resti di una necropoli urbana dell’antico centro etrusco-falisco, la necropoli di Sante Grotte. Alcune precedenti esplorazioni avevano portato alla luce tre tombe a camera con i relativi corredi funerari; nel 2005 altri scavi hanno portato alla scoperta di 23 sepolture intatte.
Non si conosce esattamente l’estensione del sepolcreto; quello in corso di scavo consta di 6 tombe a camera lungo un costone di tufo, e 20 a fossa. La tombe a camera sono orientate EO e precedute da un dromos sigillato da grossi blocchi di tufo. Tutte le tombe erano perfettamente sigillate al momento della scoperta. All’interno erano deposte le spoglie di più defunti in loculi, in sarcofagi o su tavole di legno poggiate su blocchi di tufo. Sul pavimento erano posti i materiali del corredo funerario: i vasi più prestigiosi, prima della deposizione, erano privati simbolicamente dell’ansa o del piede. Nelle mani del defunto, o appoggiato ai suoi piedi, si appoggiava un pezzo di bronzo con funzione di moneta (obolo a Caronte).
In una delle tombe a camera, come simbolo del banchetto funebre, si trovavano spiedi in ferro con infilzati ancora piccoli pezzetti di carne. Le tombe a fossa, invece, erano destinate alla sepoltura di bambini, con corredi composti da vasi in miniatura e dai caratteristici vasetti in bucchero o in impasto con beccuccio per succhiare il latte.
La tipologia dei corredi e la ricchezza dei materiali rinvenuti attestano l’appartenenza delle famiglie al ceto aristocratico; il sepolcreto, infine, è databile tra il VII e il III sec. a.C.
Fonte: Archeo 01/09/2006
Autore: Daniela Rizzo
Cronologia: Arch. Italica