Nefertiti, sposa prediletta del faraone Akhenaton(1350-1333 a.C.), è ormai entrata a far parte delleicone del mondo contemporaneo.
Il suo nome apparesulle cronache mondane quasi quanto quellodelle più celebri star di Hollywood. L’attenzione dei media è catalizzata soprattutto dal busto della regina, scoperto da Ludwig Borchardt tra le rovine di Tell el-Amarna nel 1911 e oggi conservato all’Ägyptisches Museumund Papyrussammlung di Berlino. E si è recentemente tornati a parlare della celeberrima effigie di Nefertiti per il sospetto, espresso dallo svizzero Henri Stierlin in un libro di recente pubblicazione (Le Buste de Néfertiti. Une imposture de l’égyptologie?, 138 pp., Infolio, Parigi 2009, € 18,00), che sia da considerare un falso.
Lo avrebbe eseguito lo scultore Gerardt Marksdietro richiesta dello stesso Borchardt. Nel suo ultimo libro in cui identifica più di duecento falsi di reperti egizi, Jean-Jacques Fiechter (Faussaires d’Egypte, 252 pp., Flammarion, Parigi 2009, € 29,40) sostiene invece una tesi diametralmente opposta, affermando che «nulla è più tipicamente amarniano della stiratura all’indietro del cranio, che si confonde con la corona,lunga e obliqua a tal punto da conferire un’inequivocabile maestosità all’incantevole profilo».
Chi ha ragione tra i due storici dell’arte, tenendo anche conto del fatto che Stierlin non è il primo ad avanzare sospetti sull’autenticità dell’opera?
La questione è assai complessa e di non facile soluzione. Contrariamente a quanto sostiene Fiechter, il busto di Nefertiti è talmente originale che non trova confronto con altre opere contemporanee.
Il fatto però di essere unico non lo rende automaticamente falso, quanto piuttosto capolavoro in senso assoluto. Difficile, se non impossibile, è inquadrare il busto di Nefertiti in una storia dell’arte egizia, altrettanto difficile è appurarne la falsità basando le proprie affermazioni, così come fa Stierlin, su indizi e giudizi fumosi.
L’unica cosa certa è che, trovandosi davanti alla scultura berlinese, non si manca mai di essere presi dall’ammirazione estatica che si prova davanti ai capolavori più eccelsi dell’umanità.
Lo ha scolpito un ignoto scultore egizio 3.300 anni fa oppure un misconosciuto artista tedesco all’inizio del ventesimo secolo? Ha davvero importanza porsi una domanda di questo genere, quando tutto risulta relativizzato davanti alla magnificenza di una tale opera d’arte? Anche se un giorno si riuscisse a dimostrare inconfutabilmente che il busto di Nefertiti non è produzione della cultura egizia, chi oserebbenegarne il sommo valore estetico?
L’articolo integrale è disponibile nell’edizione stampata de Il Giornale dell’Arte.
Fonte: Il Giornale dell’Arte on line 01/06/2009
Autore: Francesco Tiradritti
Cronologia: Egittologia