Le prove dell’uso di strumenti in pietra tra i primi ominidi risalgono a circa 3,4 milioni di anni fa; tuttavia il primo uso della molatura per affilare strumenti in pietra come le asce è esclusivamente associato agli umani moderni, ovvero a Homo sapiens sapiens.
Secondo Bruno David archeologo della Monash University e membro del team, esistono reperti più antichi di asce trovate in Nuova Guinea, ma tali strumenti non sono molati.
“Ciò suggerisce che la tecnologia delle asce si evolse nel successivo utilizzo della molatura per il filo più simmetrico e duraturo che tale tecnica produce”, ha commentato il ricercatore. “Il frammento di ascia è datato a 35.000 anni fa e la sua origine precede quindi quella dei più antichi reperti noti finora, provenienti da Giappone e Nord dell’Australia, datati a 22.000-30.000 anni fa. “Le asce occupavano una posizione unica nella cultura degli aborigeni come strumenti da taglio per uso prolungato: richiedevano una lavorazione lunga e accurata e avevano un grande valore pratico”.
Nel corso del XIX e del XX seclo, si è appreso che le comunità aborigene pensavano di portare con sé le forze ancestrali che caratterizzavano la particolare cava da cui derivavano.
“I loro commerci nel territorio non facevano viaggiare solo lo strumento stesso, ma anche le forze simboliche e ancestrali del luogo di origine”, ha concluso David. “L’ascia di Nawarla Gabarnmang, trovata a circa 40 chilometri dal punto di origine, è la prova di 35.000 anni di movimenti di utensili, tecnologie e idee per tutto il territorio australiano. La datazione sicura di questo nuovo reperto di utensile molato più antico del mondo indica che 35.000 anni fa l’Australia era un importante centro d’innovazione tecnologica.”
Fonte: Le Scienze, 08/11/2010