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NARDO’ (LE). Il sito protostorico degli “Anelli di Arneo” e la via romana Traiana Sallentina.

nardò

E’ a rischio la distruzione di un vasto sito di valenza archeologica (con evidenti testimonianze di insediamenti riferibili almeno all’Età del bronzo e all’Età del ferro), nonché tra i più iconici misteriosi e interessanti del territorio italiano pugliese e salentino: si tratta dell’ormai famoso sito dei grandi enigmatici “Anelli concentrici di Arneo” visibili dall’alto, che hanno il loro fulcro nel territorio di Masseria Maramonti, estendendosi poi ulteriormente nell’area circostante comprendente la Masseria con chiesetta di Santa Chiara, ecc.
Siamo nell’immediato entroterra di Torre Lapillo in feudo di Nardò (Lecce) e nei pressi del borgo di Boncore, nella vasta contrada salentina di Arneo.
Nelle ultime settimane tutta l’area di Masseria Maramonti ha visto l’approvazione di un mega impianto fotovoltaico da realizzarsi con tutte le sue ulteriori infrastrutture di supporto.
L’approvazione ha ignorato tutte le certificate valenze archeologiche del sito nonché delle antiche strade che conducono ad esso, confermate persino dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, nonché dalla Soprintendenza speciale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il parco fotovoltaico impatta notevolmente sulla lettura del paesaggio della strada provinciale SP 359 qualificata come strada panoramica dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale PPTR”, per un impatto che colpirebbe anche il paesaggio della prossima tutelata area del Parco di Porto Cesareo.
Tutto questo senza bisogno di citare neppure la presenza degli anelli, che lì si vedono solo dall’alto, per evidenziare le peculiarità archeologiche del sito. Anelli misteriosi ad oggi e definiti “inconsueti” nella relazione archeologica allegata al medesimo progetto del mega impianto fotovoltaico lì proposto.
nardòLì appaiono dei grandi anelli concentrici, o meglio dire iscritti uno nell’altro, assai circolari al centro e che assumono via via forme meno circolari anche con una sorta di angoli, anelli non percepibili lì a livello del suolo, ma ben visibili e leggibili dall’alto. L’area da essi occupata ha un asse maggiore superiore ai due chilometri. Si sviluppano in una vasta area pianeggiante ad una quota che varia al massimo tra i 29 e i 24 m s.l.m. L’anello centrale ha un diametro medio di circa 100 m e presentava in quelle immagini quasi come delle aperture, una o due, dei passaggi si direbbe. Il centro del primo anello dista dalla linea di costa, il seno sabbioso di Torre Lapillo, poco più di 2 km. Il titolo dell’immagine era “Gli Anelli di Arneo”.
Il contrasto cromatico di questi anelli aumenta nelle stagioni dell’anno più fresche e piovose, e diminuisce durante la stagione secca, come si può verificare osservando immagini satellitari dello stesso sito tratte in mesi e anni differenti.
Si può riconoscere sul posto, tra la terra scura, numerosi frammenti proprio di quella ceramica che nei musei salentini viene esposta in relazione a locali civiltà protostoriche.
Non solo, da quel sito degli enigmatici Anelli, secondo diversi studiosi, passa proprio il percorso della strada romana Traiana Sallentina della quale in alcuni punti emergono anche antiche carrarecce con i segni scavati sulla pietra affiorante delle ruote dei carri nei secoli.
La presenza di quel materiale archeologico tra gli Anelli e della strada romana che verrebbe persino sconquassata dal passaggio dei cavidotti dell’impianto, vengono confermate dall’archeologa che realizza per conto della ditta la relazione archeologica da allegare al progetto di mega-fotovoltaico industriale. Con grande onestà intellettuale nella Carta di rischio archeologico da allegare al progetto l’archeologa evidenzia i massimi livelli di rischio archeologico a seguito della presenza del tracciato viario romano dove dovrebbero passare i cavidotti per centinaia di metri e dei reperti arcaici in superfice là dove tutto verrebbe danneggiato per l’ubicazione di pannelli fotovoltaici e loro sostegni, pali, cablaggi, cabine elettriche, ecc.
I cosiddetti Anelli di Arneo ono preesistenti alle stradine ed ai confini poderali che passando sopra di essi intersecandoli.
Non sappiamo l’origine di quegli anelli, sono ancora un mistero da svelare, ma sappiamo dai reperti emersi solo in superfice che proprio lì vi furono insediamenti umani almeno dell’Età del bronzo e dell’Età del ferro.
Vedasi la relazione archeologica allegata al progetto del mega fotovoltaico scaricabile dal sito ufficiale della Provincia di Lecce: https://www.provincia.le.it/ver_ine_nardo_srl/

nardòIn conclusione
:
Fondamentale pertanto ora un interessamento di tutti gli enti preposti, comuni del circondario (Porto Cesareo, Leverano, Veglie), il Comune di Nardò in primis nel cui feudo ricade Masseria Maramonti, l’Ente del prossimo Parco di Porto Cesareo, la Soprintendenza, Provincia di Lecce, Regione Puglia, Ministero per i Beni Culturali, associazioni del territorio interessate alla tutela dei beni ambientali, paesaggistici e culturali, comuni cittadini, cultori e accademici, per la apposizione dei vincoli estesi, su tutta la vasta area degli Anelli di Arneo come insolito fenomeno geologico/antropologico, da approfondire con ulteriori studi e scavi archeologici, nonché sui tracciati della possibile via romana Traiana Sallentina affinché non siano compromessi da scassi con mezzi meccanici per il passaggio di cavidotti o altra rete infrastrutturale, ma tutelati anche paesaggisticamente.
Il mega impianto fotovoltaico di Masseria Maramonti andrebbe a distruggere, cancellare se non fermato, ben 92 ettari di territorio proprio dell’area dove insistono questi anelli e reperti archeologici già evidenti in superficie.
Un tale sito va vincolato per la sua unicità ed iconicità, quale che fosse la natura di quel fenomeno degli anelli da approfondire, geologica-naturale quindi un geosito o antropica-archeologica ergo un sito archeologico o entrambe le cose (un geosito che per alcune sue peculiarità aveva attratto antichi stanziamenti umani proprio lì?).

Urge anche rimarcare il recente DECRETO-LEGGE AGRICOLTURA del 15 maggio 2024, n. 63 che afferma il divieto di installazione di nuovi impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra in zone agricole. Occorre fare valere i buoni principio di questo decreto in maniera retroattiva anche contro il mega impianto di Arneo a Masseria Maramonti.
Importante anche a tal fine presentare al più presto il ricorso al Presidente della Repubblica contro la folle approvazione da parte del Consiglio dei Ministri nel mese di febbraio del 2024 del mega impianto fotovoltaico di Masseria Maramonti che cancellerebbe e danneggerebbe tutto questo patrimonio, per lasciar posto a ettari ed ettari di pannelli fotovoltaici, cemento, metallo e cavi elettrici, nonché innumerevoli operazioni di pesante scavo. Il vasto sito deve essere ora vincolato con la massima urgenza.

Vedi dossier sulla prevista operazione: http://naturalizzazioneditalia.altervista.org/salviamo-l-atlantide-salentina-stop-al-mega-fotovoltaico-che-minaccia-di-distruggere-limportante-sito-protostorico-degli-anelli-di-arneo-e-la-via-romana-traiana-sallentina-sia-tutto-sott/

Vedi anche un servizio tv sull’emergenza: https://www.youtube.com/watch?v=Rg6lTwABtj8

Ascolta anche un audio descrittivo del misterioso luogo intriso di storia nei millenni e del pericolo di devastazione e scempio che oggi corre: http://naturalizzazioneditalia.altervista.org/wp-content/uploads/2024/05/Intervista-ad-Oreste-Caroppo-del-16-maggio-2024-sugli-Anelli-di-Arneo-trasmessa-da-MondoRadioTuttiFrutti.mp3

Fonte: Oreste Caroppo – orestecaroppo@yahoo.it

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