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NAPOLI – POZZUOLI. Le Terme Flegree chiuse da anni, ne resta solo il ricordo!

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Le Terme “fantasma”. Da Bagnoli, quartiere ad ovest di Napoli, importante centro termale da tempi antichissimi assieme al resto dei Campi Flegrei, un unicum con “La Pietra” e oltre verso Pozzuoli: Terme Subveni-Homini, La Salute, Terme Puteolane e quelle Pisano-Verdino, resta tutto oramai un lontano ricordo.
napoliUn esponenziale attrattore turistico e di sviluppo economico, oggi più di ieri sostenibile, affossato dall’incuria assoluta e dalla mancata lungimiranza, a livello di valorizzazione-riqualificazione, di una gestione imprenditoriale e di una classe politica dirigente, susseguitesi in quegli anni, a dir poco “senza vedute” e quanto meno superficiali, per non dire incapaci e non all’altezza della situazione.
Ecco infatti, di seguito, la descrizione sommaria delle più importanti fonti termali antiche e relativi stabilimenti, ormai quasi completamente (ed inspiegabilmente) scomparsi. Il primo autore moderno che scrisse delle acque Flegree (32 bagni), fu il medico Alcadino di Siracusa che, dedicando la sua opera all’imperatore Enrico VI, la scrisse in versi, per renderne più gradevole la lettura. Successivamente, si interessarono allo stesso tema: Pietro da Eboli, scrittore e forse medico; Sebastiano Bartoli, medico; Alessio De Sariis, politico e governatore regio di Pozzuoli e, infine, William Paget Jervis, detto Guglielmo, geologo e ingegnere inglese, naturalizzato italiano.
napoliL’origine del nome della località di Bagnoli, è certamente legata ai bagni termali qui abbondanti e, con ogni probabilità, deriva da quello più antico della zona detto Bagnuolo (o Balneolo).
Partendo da Posillipo, il primo bagno propriamente flegreo è quello conosciuto come Balneum Foris Cryptae, ovvero Bagno Fuori la Grotta, con riferimento alla Grotta di Seiano (Coroglio), distante 112 passi dalla spiaggia del Lazzaretto (davanti Nisida), e 130 dalle radici del Monte Posillipo, con vicine allora le vestigia di un edificio che si giudicò essere i ruderi di bagni, da una vena d’acqua chiara e un sapore al quanto alcalino. Vi si fece quindi un pozzo in cemento, che fungeva da approvvigionamento idrico per le case vicine, verso il bivio per Coroglio. Conosciuto anche come Bagno dei Giunchi o Balneum Juncariae, perchè sorto in terreno paludoso e pieno di giunchi, successivamente, nei pressi vi nacque lo stabilimento Di Pierno, poi Terme Manganella, alla cui sinistra sorse anche lo stabilimento Hotel Terme Tricarico, mentre a pochi metri dalla piazza, sulla strada verso Fuorigrotta – Via Nuova Bagnoli, venne realizzato lo stabilimento Terme Rocco e così via. L’acqua che alimentava questi bagni fu chiamata da Alcadino: Aqua de Balneo Plage, seu Balneoli. Il primo nome fu dovuto alla sua posizione rispetto alla spiaggia, il secondo, per Eliseo, alla poca lunghezza del bagno.
Gli antichi “stabilimenti”, situati immediatamente dietro la casa di quelli moderni, seppelliti per lungo tempo sotto le macerie cadenti del sovrapposto monte, vennero scoperti per caso nel 1864, ad un metro di profondità, nello zappare la terra per piantarvi viti ed agrumi. La temperatura delle acque raggiungeva i 50°/C. L’impianto, caduto in disuso, venne trasformato in un complesso residenziale: Il Balneum Petra o De Petra, così soprannominato grazie alle proprietà litontritiche delle acque, se bevute (disgregazione dei calcoli renali).
Poco lontano dal Bagno del Bagnuolo, fu realizzata una celebre struttura termale attrezzata: Terme La Pietra, caduta poi in disuso e trasformata in un complesso residenziale…
Il resto, tutto il resto di quanto appena raccontato, è storia degli anni passati ma non troppo lontani e, peggio ancora, dei nostri giorni. Le suggestive quanto medicamentose e, quindi, salutari, “Terme Flegree”, da Bagnoli a via Napoli – Pozzuoli (e viceversa), hanno una alla volta segnato il passo, abbassato le classiche saracinesche, per essere infine “misteriosamente” serrate.
Un vilipendio, uno sfregio insanabile, all’allora particolarmente evidente richiamo storico-culturale e turistico-inclusivo, di e per Pozzuoli, dei e per i Campi Flegrei, di Napoli, della Campania. Insomma un inglorioso tramonto, di cui ancora oggi restano ferite non più rimarginabili. Purtroppo e specie in danno dell’interesse di tutti.

Autore: Gennaro D’Orio – doriogennaro@libero.it

 

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