L’accusa è di danneggiamento aggravato in quanto con delle ruspe avevano violato villa Mele ed un sito archeologico di via Manzoni protetto dalla Sovrintendenza. La denuncia partì dai residenti della zona.
Ci sono voluti meno di sette giorni per porre fine allo scempio di via Manzoni. Sette giorni nei quali il “Roma” con una inchiesta ha portato alla luce un abuso edilizio in via Manzoni all’altezza del civico 72 in vialla Mele.
Una Chiesa di epoca paleocristiana nascosta sotto metri di terra che la Sovrintendenza aveva intenzione di riportare alla luce ma che un manipolo di operai aveva avuto idea di sommergere di terra e parzialmente di distruggerla. Ma per fortuna i carabinieri del nucleo operativo sono intervenuti giusto in tempo e prima hanno bloccato i lavori e poi arrestato i tre operai della ditta che aveva commissionato il lavoro.
Sbancamento del terreno per la costruzione di un garage sottorraneo privato a discapito di alcuni alberi di mimose secolari e di un reperto archeologico di inestimabile valore. Due giorni fa, così come riportato in esclusiva dal nostro giornale sono stati arrestati i tre operai.
Si tratta di Alessandro Feroce di 28 anni, Marco Amato di 32 anni e Pasquale Esposito di 47 anni. Sono stati sorpresi ad eseguire i lavori senza una autorizzazione che concedesse il lasciapassare per eseguire lo sbancamento del terreno e per questo le ruspe che trivellavano e scavavano sono state prima bloccate e poi sequestrate.
Il blitz partì dopo una feroce protesta dei residenti che interpellarono i poliziotti ed i carabinieri, ma anche esponenti politici e della Sovrintendenza. Non potevano passarla liscia. Per questo ci fu un primo sopralluogo e all’invito di lasciare immediatamente la postazione archeologica gli operari aveva risposto con un sonoro rifiuto. Inoltre avevano anche tolto il cartello affisso diversi anni fa che proclamava la zona sotto il patrocinio della sovrintendenza. Avevano ingenuamente tolto il cartello così da non dare nell’occhio. I tre sono anche stati condannati ieri con il rito della direttissima e processati per l’accusa di danneggiamento aggravato.
La Sovrintendenza nei prossimi giorni riapporrà il cartello omesso e sopratutto compirà dei sopralluoghi per verificare i reali danni arrecati alla chiesa paleocristiana sotterrata da millenni e riportata alla luce diversi anni fa. Soddisfazione da parte dei residenti che tengono alta la guardia contro gli abusi edilizi che possano in qualche modo cancellare la storia per far posto a speculazioni edilizie senza alcun senso e di indubbia utilità. Costruire un garage annientando per sempre u reperto archeologico non era centro una ottima idea e per fortuna chi di dovere se ne accorto in tempo prima che tutto fosse perduto irrimediabilmente.
Fonte: Il Giornale di Napoli 01/07/2006
Autore: Fabio Postiglione
Cronologia: Arch. Medievale