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NAPOLi. Emerso a Fuorigrotta un tratto della via Puteoli-Neapolim.

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Un tratto dell’antica via Puteoli-Neapolim, una delle arterie viarie più importanti della Campania che collegava Pozzuoli, il porto commerciale dell’impero romano, con Napoli, sta riemergendo presso le terme romane di via Terracina, nel popoloso quartiere di Fuorigrotta a Napoli.
Lo scavo archeologico in corso, condotto dagli studenti universitari della Orientale e dalla Federico II di Napoli coordinati dai professori Marco Giglio e Gianluca Soricelli, mira a ripercorrere le aree scavate negli anni ’30 del secolo scorso, in particolare concentrandosi sull’area residenziale delle terme e sugli assi viari non indagati ancora a fondo.
fuorigrotta“Ad occuparsi degli scavi delle terme romane di via Terracina, riaffiorate durante i lavori di realizzazione della Mostra delle Terre d’Oltremare, fu Amedeo Maiuri, all’epoca sovrintendente alle Antichità di Napoli e del Mezzogiorno”, dice Marco Giglio, docente di Metodologia e tecnica della ricerca archeologica presso l’Università L’Orientale di Napoli e responsabile, assieme all’archeologo Gianluca Sorricelli, docente associato di Storia romana presso l’Università del Molise, della campagna di scavo in corso.
“Maiuri rinvenne nell’area fieristica alcuni tratti dell’antica arteria stradale e li limitò con due filari di pini. Anche qui, l’illustre archeologo ne rinvenne un tratto e lo segnalò piantando sul terrapieno che sovrasta il tracciato individuato, appunto dei pini”, spiega ancora Giglio.
“Seguendo questa indicazione, lasciata forse per i posteri, stiamo riportando in luce un tratto dell’antica strada che costeggia le terme – aggiunge – Sarebbe necessaria una campagna di scavi più articolata per rimuovere il terrapieno, piante e alberi e riscoprire l’intero basolato”.
Poco più in la del tracciato stradale rinvenuto, nell’area residenziale delle terme, l’équipe di studenti, una decina di allievi coordinati da Giglio e Sorricelli, ha fatto un’altra interessante scoperta: un ampio piano pavimentale realizzato in cocciopesto databile al III secolo d. C.
“Ciò che ci stupisce di questo antico edificio, è la sua vitalità nel corso dei secoli. Più volte i suoi ambienti sono stati modificati e rimaneggiati per consentirne la fruizione. L’area residenziale delle terme, in particolare, ospitava anche una bottega e si sviluppava su più livelli: è ancora visibile una tratto di scala che conduceva agli ambienti superiori”, conclude Giglio.

Autore: Antonio Cangiano

Fonte: www.nationalgeographic.it, 19 lug 2019

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