Un antico sepolcreto romano risalente al I-II sec d. C. rovinato dalle scritte selvagge. Scarsamente tutelato da una cancellata bassa e malridotta, mostra il prezioso ipogeo, dedicato alla nobile famiglia romana «Gens Grania» costantemente allagato dall’acqua piovana che può raggiungere oltre il mezzo metro d’altezza.
LE SCRITTE DEI WRITERS – La parte superiore del Colombario romano di viale Vanvitelli al Fusaro è riconoscibile dalle scritte lasciate non molti anni fa da alcuni writers selvaggi; antiche mura imbrattate da sigle colorate e scritte “forza Napoli”. «Hanno utilizzato bombolette spray dal contenuto così forte, che nonostante siano intervenuti i tecnici della Soprintendenza, non sono riusciti a toglierle» è il commento amareggiato sull’emergenza del colombario del Fusaro, di Gennaro Illiano, rappresentante del circolo Legambiente dei Campi Flegrei. Ma le brutali iscrizioni sono solo il male minore che caratterizza l’emergenza dell’antico sepolcreto romano.
CANCELLATA DANNEGGIATA – «Circa tre anni fa un grosso camion ebbe un’incidente stradale e si schiantò abbattendo parte della cancellata protettiva del colombaio», spiega Illiano, «da allora il muro perimetrale che custodisce il sito archeologico è danneggiato; e a distanza di tempo nè il muro, nè la cancellata è stata più riparata permettendo l’accesso a chiunque». Infine il nostro interlocutore denuncia il cattivo stato di conservazione che caratterizza il vano sotterraneo dell’antico sepolcreto romano.
L’IPOGEO ALLAGATO – «Quando il vano ipogeo si riempie eccessivamente a causa dell’infiltrazione di acqua piovana, siamo costretti a portarla via manualmente con i secchi» commenta ancora Illiano. «Le pompe idrovore della locale associazione di protezione civile “Falco” danno una mano ma il loro intervento può avvenire solo due volte all’anno; per il resto l’ipogeo, che tra l’altro contiene un prezioso pavimento a mosaico, rimane costantemente sotto circa mezzo metro d’acqua».
INTERVENTO PRIVATO – «Basterebbe l’installazione di una pompa idrovora da far entrare in funzione quando l’ipogeo si riempie di acqua, per risolvere definitivamente il problema» suggerisce il rappresentante di Legambiente, «una spesa irrisoria per mettere in sicurezza il monumento». Infine la richiesta: «Noi come associazione auspichiamo un’intervento risolutivo, anche ad opera di un privato che possa stanziare questa piccola somma necessaria al fine di garantire la tutela e la conservazione del colombaio del Fusaro».
Autore: Antonio Cangiano
Fonte: Corriere del Mezzogiorno.it, 27 gennaio 2011