Il sito di Doss Penede, nelle immediate vicinanze dell’abitato di Nago (Trento), si rivela anno dopo anno una fonte preziosissima di reperti dell’Età del Bronzo, retica e romana.
In quest’area, nota localmente fin dagli anni Novanta, nel 2018 l’Università di Trento, la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento e il Comune di Nago Torbole hanno avviato un progetto di ricerca in grado di dare prospettiva e profondità a ciò che il territorio prometteva di raccontare.
«Doss Penede conosce tre grandi periodi di occupazione. La prima, la più antica, risale all’età del Bronzo Recente, tra la metà del XIV secolo a.C. e il secolo successivo. Il sito si caratterizza poi per un’espansione significativa nella seconda età del Ferro, quando il territorio altogardesano era abitato dalle popolazioni retiche. L’ultima grande occupazione si colloca tra la romanizzazione e la tarda età imperiale, all’incirca tra la metà del I secolo a.C. e gli inizi del IV secolo d.C.» racconta Emanuele Vaccaro, docente di Archeologia Classica al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento e responsabile scientifico dello scavo.
Il sito di Doss Penede è molto esteso, più di tre ettari, capillarmente occupati, come sembrano dimostrare i risultati della campagna 2022.
«Quello che abbiamo scoperto finora ci permette di ipotizzare che l’insediamento non sia nato come iniziativa spontanea di una comunità locale, ma piuttosto come progetto organico, frutto di un’iniziativa pubblica, probabilmente legata alla città di Brixia (Brescia)» continua Vaccaro.
«Questo è un luogo estremamente importante nell’ambito della ricerca archeologica del Trentino», aggiunge Cristina Bassi, archeologa all’Ufficio Beni archeologici della Soprintendenza per i Beni Culturali. «In primo luogo per l’estensione, ma anche per lo stato di conservazione stupefacente e per il ruolo particolare di questo luogo rispetto alle testimonianze emerse finora nell’Alto Garda».
Le prospettive di ricerca sono davvero importanti, come sottolinea a nome del Comune di Nago Torbole, il sindaco Gianni Morandi: «Ci siamo sempre concentrati su questo dosso in termini paesaggistici. Poi, è diventato sempre più una zona di indagine storica e archeologica. Il nostro obiettivo è coordinare gli interventi tenendo conto di tutto quello che si trova sul dosso, dal forte austriaco al castello medievale, fino agli scavi, per poi restituire questo luogo alla comunità e ai tanti turisti che ogni anno raggiungono l’Alto Garda».
Non solo ricerca, il sito di Doss Penede è importante anche per la didattica dell’Università di Trento. Ogni anno, offre l’opportunità a tante studentesse e studenti di svolgere un’esperienza sul campo in un contesto territoriale di riferimento per l’Ateneo. Opportunità estesa anche agli iscritti e alle iscritte delle università di Ferrara, Modena e Reggio Emilia e Verona nell’ambito del corso di laurea magistrale inter-ateneo in Quaternario, preistoria e archeologia attivo dal 2014.
Fonte: www.rivistanatura.com, 19 nov 2022