Una porzione della cinta muraria della cittadella altomedievale di Muggia Vecchia, precedente a quella risalente al XIII secolo, già conosciuta, è stata scoperta in questi giorni a seguito dei lavori di scavo programmati per inserire i plinti finalizzati a sostenere i pali dei nuovi lampioni per l’illuminazione pubblica. Si tratta di una scoperta che ridisegna, in un certo qual modo, la storia costruttiva dell’antico borgo fortificato di Muggia Vecchia (Castrum Muglae).
Pietro Riavez, archeologo di Archeo Test, società intervenuta successivamente allo scavo e alla scoperta delle strutture, spiega che si tratta di «un tratto murario in pietra arenaria che presenta una tecnica costruttiva, con moduli a blocchi allungati, tipica del periodo che va dall’ottavo al nono secolo dopo Cristo. Parliamo di una tipologia costruttiva simile a quella presente in alcune porzioni di muratura della basilica poco lontana, risalenti alle fasi carolingie».
A dare ulteriormente credito alla datazione altomedievale della muratura, che doveva avere uno spessore di circa un metro e ottanta, per Riavez è «il rintraccio in loco di ceramiche databili appunto a quel periodo».
Chiaramente dai sondaggi effettuati nei piccoli scavi – in totale sono tre le trincee scavate sulla strada di ingresso al parco archeologico, nel tratto che va da porta Sant’Odorico fino alla casa parrocchiale – poco si riesce a comprendere sullo sviluppo della struttura difensiva, che per Paola Ventura, della Soprintendenza ai beni archeologici, «potrebbe essere anche parte di un bastione».
Negli altri sondaggi effettuati da Archeo Test sono state rintracciate strutture murarie di abitazioni bassomedievali, simili a quelle già presenti nell’area archeologica.
«Muggia Vecchia – spiega il sindaco Laura Marzi – è da tempo un importante punto di riferimento anche per quel che riguarda l’archeologia ed è per questo che ormai da diversi anni stiamo facendo dei ragionamenti, insieme alla Parrocchia e alla Soprintendenza, su una eventuale realizzazione in situ di una nuova sede museale che possa accogliere i reperti provenienti dai due siti archeologici di Muggia Vecchia e di Elleri, e che potrebbe diventare attrattivo non solo dal punto di vista turistico, ma anche da quello della ricerca e dello studio dell’archeologia del nostro territorio».
«Sono molto contento di quanto emerso dagli scavi – rimarca il parroco di Muggia don Andrea Destradi – perché porta attenzione al sito di Muggia Vecchia. L’arrivo di risorse per proseguire gli scavi sarebbe davvero un sogno».—
Autore: Luigi Putignano
Fonte: ilpiccolo.gelocal.it, 23 gen 2021