Ai margini della Strada dei Prati tornano alla luce le mura di una domus romana risalente al I secolo d.C.
Il ritrovamento è avvenuto nel corso della prima campagna di scavi, tenutasi questa settimana, e condotta dai volontari della Società archeologica friulana. I materiali fin ora rinvenuti, come: i resti di anfora, le ceramiche, i pezzi di piombo e i chiodi in ferro, sono assai coerenti cronologicamente e indicano, con tutta probabilità il quadro tipico di una fattoria romana, appartenente all’Età augustea.
Ad annunciarne il rinvenimento l’ex direttore dei Civici musei di Udine, Maurizio Buora. “L’area archeologica in questione, una zona agricola, situata nei pressi della strada che porta da Moruzzo a Colloredo, era già nota da tempo sia alla popolazione che agli studiosi. Moruzzo infatti non è nuovo a questo tipo di rinvenimenti. «Alla fine degli anni Sessanta – racconta Buora – a poche decine di metri dal luogo interessato dagli scavi, era stata ritrovata un’ascia del neolitico risalente al 3000 a.C. Per non parlare della necropoli dell’età del ferro, scoperta a fine Ottocento e i cui resti sono tutt’oggi conservati nei Civici musei di Udine. Non è certo una delle ricchissime domus romane aquileiesi, ma soltanto una semplice casa contadina – dice Buora – rimane pur sempre un ritrovamento unico nel suo genere per quanto riguarda l’intera fascia collinare che apre a nuove ipotesi scientifiche».
L’intervento di scavo, su concessione del ministero per i beni e le attività culturali, è stato condotto grazie alla convenzione stipulata a suo tempo tra il Comune e i volontari della Società archeologica friulana.
«L’intento dell’amministrazione – spiega il sindaco di Moruzzo, Roberto Pirrò – è ora quello di arrivare a potenziare il sito, per poi creare un sentiero archeologico che colleghi, a partire dal centro abitato, alcuni luoghi di sicuro interesse naturalistico con le zone archeologiche finora note». Una volontà quella espressa dal sindaco a cui la Regione farà da sponda, vista la presenza sul posto del consigliere regionale, Giorgio Baiutti. «Da anni – afferma il consigliere in quota Pd – la Regione ha puntato anche al sostegno degli scavi archeologici perché si è ritenuto fondamentale dare sostegno a tutte quelle realtà, siano esse pubbliche o private, che mirano al recupero dei beni culturali e paesaggistici presenti sul territorio regionale».
Un lavoro di ricerca, quello che si svolgerà nel sito romano di Moruzzo che non si risolverà in un’unica campagna di scavi e che come ha garantito Baiutti «la Regione, pur tra mille difficoltà, cercherà di garantire alla Società archeologica friulana i fondi necessari per la prossima campagna di scavi autunnale».
Il ritrovamento è avvenuto nel corso della prima campagna di scavi, tenutasi questa settimana, e condotta dai volontari della Società archeologica friulana. I materiali fin ora rinvenuti, come: i resti di anfora, le ceramiche, i pezzi di piombo e i chiodi in ferro, sono assai coerenti cronologicamente e indicano, con tutta probabilità il quadro tipico di una fattoria romana, appartenente all’Età augustea.
Ad annunciarne il rinvenimento l’ex direttore dei Civici musei di Udine, Maurizio Buora. “L’area archeologica in questione, una zona agricola, situata nei pressi della strada che porta da Moruzzo a Colloredo, era già nota da tempo sia alla popolazione che agli studiosi. Moruzzo infatti non è nuovo a questo tipo di rinvenimenti. «Alla fine degli anni Sessanta – racconta Buora – a poche decine di metri dal luogo interessato dagli scavi, era stata ritrovata un’ascia del neolitico risalente al 3000 a.C. Per non parlare della necropoli dell’età del ferro, scoperta a fine Ottocento e i cui resti sono tutt’oggi conservati nei Civici musei di Udine. Non è certo una delle ricchissime domus romane aquileiesi, ma soltanto una semplice casa contadina – dice Buora – rimane pur sempre un ritrovamento unico nel suo genere per quanto riguarda l’intera fascia collinare che apre a nuove ipotesi scientifiche».
L’intervento di scavo, su concessione del ministero per i beni e le attività culturali, è stato condotto grazie alla convenzione stipulata a suo tempo tra il Comune e i volontari della Società archeologica friulana.
«L’intento dell’amministrazione – spiega il sindaco di Moruzzo, Roberto Pirrò – è ora quello di arrivare a potenziare il sito, per poi creare un sentiero archeologico che colleghi, a partire dal centro abitato, alcuni luoghi di sicuro interesse naturalistico con le zone archeologiche finora note». Una volontà quella espressa dal sindaco a cui la Regione farà da sponda, vista la presenza sul posto del consigliere regionale, Giorgio Baiutti. «Da anni – afferma il consigliere in quota Pd – la Regione ha puntato anche al sostegno degli scavi archeologici perché si è ritenuto fondamentale dare sostegno a tutte quelle realtà, siano esse pubbliche o private, che mirano al recupero dei beni culturali e paesaggistici presenti sul territorio regionale».
Un lavoro di ricerca, quello che si svolgerà nel sito romano di Moruzzo che non si risolverà in un’unica campagna di scavi e che come ha garantito Baiutti «la Regione, pur tra mille difficoltà, cercherà di garantire alla Società archeologica friulana i fondi necessari per la prossima campagna di scavi autunnale».
Autore: Stefano Felcher
Fonte: MessaggeroVeneto.it, 16 luglio 201