Fino dal 1977 l’attività archeologica condotta in Montelupo, soprattutto da parte del Gruppo Archeologico locale, era mirata alla conoscenza del territorio, alla ricostruzione di una storia che si avvertiva come parte effettiva e fondante della propria tradizione e del proprio patrimonio culturale.
L’apporto di due dilettanti già esperti, Fabrizio Coli ed Alberto Forconi e il supporto della Soprintendenza Archeologica per la Toscana, attraverso lo stesso Soprintendente, Guglielmo Maetzcke, creò il clima favorevole alla costituzione del Gruppo Archeologico di Montelupo.
I successivi sviluppi furono favoriti dai contatti avviati con gli archeologi preistorici dell’Università di Siena (Fabio Martini, Lucia Sarti, Annamaria Ronchitelli, Paolo Gambassini) che portarono a un progetto di revisione sistematica dei siti del territorio.
La cura esemplare con la quale vennero condotte queste indagini, coordinate dal solo Fabrizio Coli, portò non soltanto all’individuazione di un crescente numero di giacimenti all’aperto, ma anche alla scoperta di ogni genere di insediamenti.
Così, se all’inizio degli anni ’80 il numero dei siti preistorici già superava ampiamente il centinaio (oggi sono 168), la localizzazione di molteplici insediamenti di epoca storica (protostorici, etruschi, romani e medievali) venne a delineare una fitta mappa di emergenze archeologiche, le quali già prefiguravano le azioni di scavo e ricerca sul campo successivamente attuate.
Nel 1982, per interessamento del Soprintendente archeologo per la Toscana, Francesco Nicosia, il nascente Museo della Ceramica e del Territorio di Montelupo iniziava l’indagine archeologica del poggio di Montereggi. Fu la prima esperienza di scavo condotta sul territorio dal giovanissimo museo e la prima opportunità di collaborazione tra due amministrazioni comunali (Montelupo e Capraia e Limite), che da allora sono venute sempre più ad impegnarsi nell’attività di valorizzazione delle rispettive emergenze storico-archeologiche.
Nel 1985 il Museo di Montelupo inaugurò una “mostra permanente” – in realtà una vera e propria sezione museale – dedicata alla Preistoria.
Dopo alcuni anni, impegnati nell’ampliamento della sede museale e dell’esposizione delle ceramiche montelupine che l’occupava in gran parte, la costituzione della Fondazione Museo Montelupo offrì l’opportunità di completare l’arredo dell’intero edificio e condurre così a termine il progetto di allestimento dell’ex palazzo podestarile. I lavori terminarono nel settembre del 1989 e portarono alla definizione di una vera e propria sezione di archeologia del territorio, che occupava per intero i locali del piano terreno.
Per questa trasformazione fu decisiva la scelta allora operata dall’amministrazione comunale di Capraia e Limite, in accordo e su indicazione della Soprintendenza Archeologica per la Toscana, di depositare presso il nuovo istituto i materiali provenienti dalle ricerche archeologiche effettuate in quel territorio. Si trattava dei reperti rinvenuti nel sito di Montereggi ed in quello di epoca romana dell’Oratorio, ove alcuni lavori eseguiti con l’ausilio di mezzi meccanici avevano portato alla luce i resti di una villa romana, con fasi di vissuto che giungevano almeno alla seconda metà del IV secolo d. C.
A questi reperti, che illustravano alcuni aspetti del popolamento etrusco, si poteva aggiungere la preziosa testimonianza della prima fase dell’Orientalizzante locale (fine VIII a. C.), rappresentata dai ritrovamenti effettuati nel 1982 in località La Falsettaia, ed i risultati delle prime campagne di scavo (1988) condotte dal museo sul sito Protovillanoviano (XI-X a. C.) di Bibbiani.
A completare l’allestimento della sezione archeologica del Museo di Montelupo arrivarono i materiali rinvenuti nelle ricerche di superficie e nei primi saggi effettuati, a partire dal 1989,nell’area del podere Vergigno, dove stavano venendo alla luce i resti di un grande edificio di età romano-repubblicana.
Finalmente, nel 2007, si è giunti all’apertura del nuovo Museo Archeologico, allestito nell’ex complesso ecclesiastico dei Ss. Quirico e Lucia all’Ambrogiana, restaurato allo scopo.
Questo luogo si collocava ai margini dell’antico tracciato viario (123 a.C.) che metteva in collegamento le città di Pisa e di Fiesole.
Lo scavo che ha preceduto il recupero edilizio ed il restauro del complesso ha infatti incontrato tracce cospicue di una necropoli di epoca romana, formata da tombe terragne del tipo “alla cappuccina”, il cui impianto risale almeno al I secolo a. C.
Nella seconda metà dell’VIII secolo d.C. sopra questa antica area cimiteriale fu impiantata una prima chiesa cristiana: un piccolo edificio absidato ad aula semplice, lungo 8 m e largo 5 m che portava la titolazione a S. Quirico.
La fase altomedievale è testimoniata dall’absidiola con altare, dai frammenti architettonici dell’iconostasi in pietra rinvenuti nello scavo, nonché dai resti del basamento murario della facciata.
Tra XII e XIII secolo la chiesa subì importanti rifacimenti, il più evidente dei quali è testimoniato dalla costruzione di una nuova abside, di maggiori dimensioni rispetto alla precedente.
La parte settentrionale di questo antico edificio ecclesiastico era sottoposta all’instabilità del terreno, a causa della vicina confluenza nell’Arno del torrente Pesa, poi modificata dai Medici nel corso degli ampliamenti alla vicina Villa dell’Ambrogiana.
Attorno alla chiesa altomedievale venne accrescendosi l’area cimiteriale che, come si è detto, si sovrapponeva ad una precedente necropoli romana. Al XII-XIII secolo risale probabilmente un edificio con muri di terra pressata, addossato al lato meridionale dell’abside. Si tratta evidentemente dell’abitazione presbiteriale.
Nel 1674 il granduca Cosimo III fece edificare, a poca distanza da qui, un nuovo convento destinato ad ospitare i frati spagnoli di S. Pietro d’Alcantara, di cui era particolarmente devoto. Nei progetti granducali era previsto anche l’ampliamento di questa chiesa parrocchiale: il vecchio edificio si sarebbe infatti trasformato nel braccio occidentale del transetto di una nuova chiesa, il cui corpo di fabbrica, assai più grande del precedente, si orientava adesso in senso nord-sud.
Come frequentemente accade, però, gli oneri richiesti dall’opera ed il protrarsi dei lavori, ostacolarono la completa definizione del progetto, tanto che le opere del nuovo Ss. Quirico e Lucia si conclusero con un compromesso. Il braccio orientale del transetto non fu realizzato, e ci si limitò, per assicurare la funzionalità di quanto realizzato, ad ampliare la sagrestia della chiesa precedente, posta adesso a servizio di due distinti edifici ecclesiastici.
La nuova parrocchiale assunse così l’aspetto che ancor oggi conserva: una chiesa principale ed una secondaria, munita di un proprio accesso, che assolveva al compito di edificio sepolcrale per la Compagnia Religiosa del Carmelo, che qui aveva sede ed era ospitata nel corpo di fabbrica affiancato alla chiesa maggiore.
Tra il Cinquecento ed il XVIII secolo si ampliò anche l’antica abitazione presbiteriale sino ad inglobare parte del cimitero medievale. Fu poi costruita un’abitazione destinata ai mezzadri che lavoravano le terre circostanti, il podere della parrocchia.
Con le Riforme Leopoldine, che imponevano un drastico ridimensionamento nel numero degli edifici ecclesiastici, l’antica parrocchiale fu soppressa e, dopo la partenza per la Spagna dei frati alcantarini (1784), il suo titolo trasferito al vicino convento, che si trasformava adesso nella parrocchia secolare dei Ss. Quirico, Lucia e Pietro d’Alcantara.
Il complesso, ridotto ormai allo stato di rudere (2000) è stato acquisito dal Comune di Montelupo Fiorentino che, dopo una lunga e complessa opera di restauro, lo ha destinato ad accogliere il Museo Archeologico (2007).
Il Percorso espositivo
L’ex complesso ecclesiastico dei Ss. Quirico e Lucia è costituito da 18 ambienti, disposti su due piani, 8 dei quali delineano il Percorso Espositivo, 5 costituiscono la Sezione Didattica ed i restanti 5 rappresentano gli ambienti di servizio.
Il Percorso Espositivo è così articolato:
Sala 1. Preistoria e Protostoria
In questa sala troviamo una selezione delle abbondanti collezioni preistoriche e protostoriche del Museo, inserita in un moderno allestimento con pannelli illustrativi e schermi multimediali.
I materiali provengono dalle indagini di superficie e dagli scavi condotti nell’area del medio Valdarno e della bassa Valdipesa, tra i quali molti strumenti in selce.
Sala 2. Protostoria e periodo etrusco
La prima sezione della sala ospita i reperti provenienti dall’abitato capannicolo di Bibbiani.
Seguono quindi le vetrine dedicate al periodo etrusco, con materiali provenienti dalla necropoli de La Falsettaia, dall’abitato di Montereggi e altri ritrovamenti.
Sala 3. Periodo etrusco, romano, Alto Medioevo
Dopo i ritrovamenti etruschi e romani del pozzo-cisterna di Montereggi, troviamo i reperti prodotti dal grande scavo della Villa romana del Vergigno, e dall’intervento di recupero d’emergenza di quella che doveva essere la Villa romana dell’Oratorio.
L’altra ala ospita due oggetti di rilievo: l’olifante di Montereggi e il bacile bronzeo d’età ottoniana.
Sala 4. Basso e tardo Medioevo
Nella sala troviamo alcuni dei reperti rinvenuti in due pozzi medievali: il Pozzo dei Lavatoi e quello di S. Biagio alla Castellina.
Notevoli le ricostruzioni grafiche dell’originario Castello di Montelupo e del porto fluviale (con mulino) di Puntazza, che si trovava a pochi passi dall’attuale sede del Museo.
Sala 5. Tardo Medioevo ed Età Moderna
In questa sala si trovano i reperti rinvenuti nello scavo “Tridente” nell’area del Castello di Montelupo, in gran parte oggetti d’uso domestico e strumenti di lavoro in metallo.
Il percorso sarà arricchito (dall’autunno del 2008) dalle collezioni di ceramica antica, che verranno collocate negli spazi della ex canonica posti al primo piano, comprendenti:
Sala 6. Ceramiche preistoriche e protostoriche, mediterranee e italiche
Sala 7. Ceramiche preistoriche e protostoriche italiche ed etrusche
Sala 8. Ceramiche magnogreche ed italiche. Ceramiche romane
Info:
Museo Archeologico di Montelupo, via S. Lucia – Montelupo Fiorentino – tel. 0571 54 15 47
lunedì chiuso, martedì ore 10 – 18, mercoledì ore 10 – 18, giovedì ore 10 – 18, venerdì ore 10 – 18, sabato ore 10 – 18, domenica ore 10 – 18. Chiuso per: Pasqua, Ferragosto, Natale, Capodanno.
Biglietti di ingresso: € 3,50; biglietto ridotto (per ragazzi dai 6 ai 14 anni, adulti sopra i 65 anni, gruppi da 20 a 35 persone, militari): € 2,50; biglietto ridotto per (gruppi scolastici, gruppi oltre 35 persone, possessori carte convenzionate): € 2,00
Biglietto ridotto cumulativo: € 3,00; biglietto gratuito: bambini sotto i 6 anni, alunni delle scuole di Montelupo, cittadini di Montelupo sopra 65 anni, funzionari dei Beni Culturali, Assessori, soci del GAM, membri della Fondazione Museo Montelupo, Guide Turistiche abilitate.
Link: http://www.museomontelupo.it