Dalle pitture da giardino ai frammenti di agata, dalle ceramiche della mensa a oggetti di uso quotidiano come fermagli per capelli o il peso di piombo di una bilancia. Sono solo alcuni dei reperti esposti fino a dicembre al Museo del termalismo antico e del territorio di Montegrotto Terme (Villa Draghi, via Enrico Fermi 1).
Il primo museo in Europa interamente dedicato alla risorsa termale tra geologia, medicina, archeologia e storia –, grazie a “Reperti in vista: lo scavo nelle tue mani”, una serie di quattro mostre tematiche che porteranno alla luce una cinquantina di frammenti di oggetti conservati nei magazzini del museo e finora mai mostrati prima al pubblico.
Dopo il successo dell’esposizione di settembre “Affreschi e stucchi: gesti e colori perduti”, ha preso il via in questi giorni “Marmo, terracotta e altro ancora” che sarà visibile per tutto il mese di ottobre.
Il calendario prevede poi “La cucina e la tavola: ars culinaria” nel mese di novembre e “Una giornata di 2000 anni fa: oggetti quotidiani” a dicembre.
L’obiettivo della mostra, finanziata dalla Regione del Veneto, è di offrire ai visitatori un’occasione per vedere di più e più da vicino, valorizzando anche quei reperti che rimangono nei magazzini del museo per le necessarie e inevitabili scelte espositive degli archeologi, ma che contribuiscono comunque a raccontare la storia delle terme e del territorio delle acque patavine, a volte aggiungendo ulteriori significativi dettagli. Inoltre, in virtù della collocazione dei reperti nelle due sale dedicate alle aree archeologiche del territorio che li hanno maggiormente restituiti, le terme di viale Stazione/via degli Scavi e la villa di via Neroniana, le mostre saranno integrate nel percorso di visita del museo senza quindi alcun costo aggiuntivo per i visitatori.
Due gli elementi su cui l’associazione Lapis, che gestisce il museo per conto del Comune di Montegrotto Terme, ha voluto puntare: nuove tecnologie e inclusività, in continuità con il resto del museo. Ciascuna vetrina sarà infatti dotata di QR code tramite il quale il visitatore potrà scaricare e visualizzare i modelli 3d ed i contenuti testuali che accompagnano alcuni dei reperti. Ancora, contrariamente a quanto accade solitamente nei musei, il pubblico avrà la possibilità di “toccare” con mano dei reperti selezionati sotto la supervisione degli archeologi di Lapis, percependone direttamente la forma, la misura ed il peso, la materia…; in programma anche giornate di visita dedicate in particolare a visitatori con disabilità visiva, uditiva o cognitiva.
Tra i materiali utilizzati per decorare terme e ville esposti in queste settimane, spiccano i frammenti di agata, pietra dura proveniente probabilmente dall’India, che attestano i fiorenti commerci via mare con l’Estremo Oriente.
In mostra anche la ceramica della mensa arrivata dalla Gallia: piatti, coppe e bicchieri accanto a stoviglie utilizzate in cucina. Tutti testimoniano una storia che dal III secolo d.C. in poi non è stata raccontata: quella delle “Aquae Patavinae”, nelle quali persone di ogni ceto sociale si immergevano dopo lunghi viaggi per risolvere patologie e infermità donando poi in segno di gratitudine alle divinità che patrocinavano le sorgenti oggetti che in alcuni casi sono arrivati fino ai giorni nostri.
Info:
Le mostre sono incluse nel percorso di visita e nel ticket di ingresso del Museo e sono visibili negli orari e giorni di apertura del Museo: venerdì dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 19. Tutti gli altri giorni ingresso con prenotazione obbligatoria per scolaresche e gruppi.