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MONTALTO DI CASTRO (Vt). Vulci, scoperta la tomba di un bambino etrusco.

vulci

Con la riapertura del Parco, a Vulci, sono riprese anche le ricerche archeologiche che interessano da anni la Necropoli di Poggetto Mengarelli e sono riprese anche le scoperte. Ed è emersa una tomba sfuggita all’opera dei clandestini il cui scavo è appena terminato.
vulciIl monumento funerario è del tipo a fossa profonda e contiene un sarcofago in tufo rosso. Il coperchio, accuratamente ricavato da un unico blocco monolitico, presenta un profilo superiore a guscio a forma di testuggine, mentre sulla superficie inferiore sono ancora ben visibili gli incavi funzionali alla sua messa in opera. La tomba è stata riutilizzata in età ellenistica (IV-II sec.a.C.), momento in cui è stato deposto un individuo adulto al di sopra degli oggetti di corredo più antichi.
All’interno del sarcofago è comunque emerso un ricco corredo funerario. Il pezzo senza dubbio di maggiore rilievo è una anfora in argilla figulina dipinta con motivi geometrici (cosiddetta produzione etrusco-geometrica) con delle piccole brocche applicate sulla spalla. Una rara forma che trova un interessante confronto, anche se di livello stilistico inferiore, con un esemplare proveniente dalla cosiddetta Tomba C di Mandrione di Cavalupo, oggi conservata presso il Museo della Badia di Vulci. L’unico altro confronto esistente per questo apparato decorativo è un cratere, sempre proveniente da Vulci ed esposto al Museo del Louvre.
Molto interessante è pure una situla (vaso per bevande) in ceramica figulina, questa volta completamente rivestita da uno strato di pittura rossa. Il corredo, che contiene anche piccoli oggetti personali, rimanda ad un maschio come testimonia la corta lancia in ferro, probabilmente un bambino viste le esigue dimensioni di alcune ossa che risultano comunque combuste a causa del rito incineratorio al quale il piccolo scheletro è stato sottoposto circa 2.700 anni fa.
“Si tratta di un giovane membro della nascente aristocrazia etrusca di Vulci – spiega ad ANSAmed Carlo Casi, direttore scientifico della Fondazione Vulci – Questa scoperta ci consente di svelare un altro piccolo tassello della storia dei primi etruschi di Vulci e non solo”.
Lo scavo è condotto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio dell’Etruria meridionale in collaborazione con la Fondazione Vulci, il Comune di Montalto di Castro e la Regione Lazio.

Fonte: www.ansamed.info, 4 giu 2020

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