Importante scoperta archeologica nell’area della necropoli etrusca dell’Osteria a Vulci, in territorio di Montalto di Castro. Durante i lavori di ripulitura del terreno all’interno del quale sono già state segnalate numerose sepolture è stata individuata una tomba principesca risalente al 550 a. C. Da un primo scavo superficiale sono già emersi alcuni vasi etruschi dipinti e quasi intatti nonché una sfinge, raffigurante un uccello con volto di donna, risalente probabilmente allo stesso periodo.
La scoperta è di pochi giorni addietro e fa già presagire a qualcosa di assai importante dal punto di vista archeologico. Agli scavi, condotti dalla Soprintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale, partecipa anche personale tecnico della Mastarna, la società che gestisce il parco archeologico e naturalistico, coordinato da Carlo Casi.
Sul posto ha già effettuato un sopralluogo Anna Maria Moretti, sovrintendente archeologico di Roma. Si tratta di un dromos lungo 27 metri, un corridoio scavato nel terreno a cielo aperto, le cui pareti tendono ad aumentare d’altezza man mano che si scende verso l’ingresso della tomba. Una sepoltura probabilmente violata in tempi remoti, forse al tempo dei Romani, e solo in parte e che proprio per questo motivo potrebbe nascondere tesori archeologici ancora intatti.
La zona in cui è stata scoperta la tomba è quella dove già da tempo Mastarna sta effettuando una ripulitura del terreno per portare alla luce una serie di sepolture che faranno parte di un percorso turistico-archeologico previsto da un progetto già finanziato dalla Regione Lazio.
Il dromos, per la sua lunghezza – basti pensare che quello della Tomba Francois, la più ricca e famosa della zona di Vulci, misura trenta metri – potrebbe, secondo gli esperti, condurre ad una sepoltura appartenente ad una importante famiglia e per questo contenere oggetti e materiale di notevole valore storico.
I lavori di scavo sono iniziati in questi giorni e dureranno diverse settimane se non mesi. Ma intanto la speranza è che con l’ingresso negli ambienti della tomba gli archeologi possano portare nuova luce sulla antica e misteriosa storia del popolo etrusco a Vulci.
Fonte: CivitaNews.it, 29-12-2011
La scoperta è di pochi giorni addietro e fa già presagire a qualcosa di assai importante dal punto di vista archeologico. Agli scavi, condotti dalla Soprintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale, partecipa anche personale tecnico della Mastarna, la società che gestisce il parco archeologico e naturalistico, coordinato da Carlo Casi.
Sul posto ha già effettuato un sopralluogo Anna Maria Moretti, sovrintendente archeologico di Roma. Si tratta di un dromos lungo 27 metri, un corridoio scavato nel terreno a cielo aperto, le cui pareti tendono ad aumentare d’altezza man mano che si scende verso l’ingresso della tomba. Una sepoltura probabilmente violata in tempi remoti, forse al tempo dei Romani, e solo in parte e che proprio per questo motivo potrebbe nascondere tesori archeologici ancora intatti.
La zona in cui è stata scoperta la tomba è quella dove già da tempo Mastarna sta effettuando una ripulitura del terreno per portare alla luce una serie di sepolture che faranno parte di un percorso turistico-archeologico previsto da un progetto già finanziato dalla Regione Lazio.
Il dromos, per la sua lunghezza – basti pensare che quello della Tomba Francois, la più ricca e famosa della zona di Vulci, misura trenta metri – potrebbe, secondo gli esperti, condurre ad una sepoltura appartenente ad una importante famiglia e per questo contenere oggetti e materiale di notevole valore storico.
I lavori di scavo sono iniziati in questi giorni e dureranno diverse settimane se non mesi. Ma intanto la speranza è che con l’ingresso negli ambienti della tomba gli archeologi possano portare nuova luce sulla antica e misteriosa storia del popolo etrusco a Vulci.
Fonte: CivitaNews.it, 29-12-2011