La cittadina di Montalcino (Si) è nota soprattutto per il suo vino, ma, grazie al lavoro di un’ équipe di archeologi coordinata da Luigi Donati (Università degli Studi di Firenze), presto lo sarà anche per un’ importante area archeologica che verrà aperta al pubblico subito dopo l’ estate.
Le ricerche, avviate a partire dal 1993, hanno portato alla luce infatti sull’ altura di Poggio Civitella un abitato etrusco di età arcaica e una fortezza costruita sul finire del IV secolo a. C. a difesa della zona che era posta all’ epoca sotto il controllo della potente città-stato di Chiusi.
Il sito era noto da tempo e Ranuccio Bianchi Bandinelli, negli anni Venti del Novecento, vi aveva ipotizzato la presenza di un «castelliere preistorico».
Poggio Civitella iniziò ad essere frequentato a scopi cultuali prima dell’ avvento degli Etruschi, in epoca protostorica. Il salto di qualità si ebbe comunque durante il VI secolo a. C., quando si sviluppò un vero e proprio insediamento che arrivò ad occupare la sommità del pianoro e alcuni terrazzamenti ricavati sui fianchi meridionale e occidentale della collina. Le case avevano le murature in pietra, il pavimento in terra battuta e la copertura del tetto realizzata con tegole.
La vita che si svolgeva è suggerita dal ritrovamento di vasi comuni da mensa e da dispensa, di mortai, fuseruole e pesi da telaio per la filatura e la tessitura, e di ghiande missili in pietra utilizzate nell’ attività venatoria.
Gli archeologi propendono per una produzione locale di gran parte dei reperti recuperati, tranne qualche eccezione di probabile importazione chiusina: subito fuori dall’ abitato, i ricercatori hanno scoperto infatti un piccolo quartiere artigianale dove veniva lavorato anche il ferro. Il benessere raggiunto fu comunque di breve durata dato che, alla fine del secolo, l’ insediamento venne abbandonato come altri simili sorti in Etruria.
Gli Etruschi ritornarono a Poggio Civitella due secoli dopo in un quadro storico completamente mutato: Roma aveva iniziato la sua avanzata in area etrusca e non mascherava più le sue intenzioni espansionistiche. I governanti di Chiusi per difendere il proprio territorio decisero di costruire una fortezza sull’ altura nei pressi di Montalcino ponendola a presidio del confine che guardava verso la Maremma. La costruzione si presenta strutturata in tre linee difensive: la sommitale consisteva in una possente cinta muraria di circa quaranta metri di diametro con una porta carraia e una postierla. Al suo interno accoglieva un edificio di quattro vani allineati con funzione di alloggiamento della guarnigione e deposito per vettovaglie e armi.
La seconda e la terza cinta difensiva erano costruite invece con materiale deperibile come terra pressata e legname; porte ben munite consentivano il passaggio da un anello all’ altro. Ignoriamo se la fortezza fu coinvolta direttamente in episodi bellici, ma sappiamo che l’ avanzata di Roma non venne fermata e che, nel volgere di pochi decenni, tutta l’ Etruria perse la sua indipendenza politica. L’ archeologia ha saputo restituirci un esempio dell’ insufficiente risposta degli Etruschi a dinamiche destinate a cambiare la sorte della prima Italia.
Fonte: La Repubblica 23/08/2008
Cronologia: Arch. Italica