Un acquedotto di 1300 anni fa, fatto con tronchi d’albero, ancora quasi intatti, e’ affiorato a TESTONA, nel parco di Villa Lancia.
E’ un’opera idraulica dei longobardi, che riappaiono anche a Chieri, con i resti della «dama degli orecchini». E’ una giovane donna, dai tratti mascolini, seppellita con due anelli d’argento alle orecchie. E’ stata rinvenuta durante gli scavi archeologici che precedono l’edificazione del nuovo ospedale, tra piazza Silvio Pellico e le vie Mosso e De Maria.
Con lei e’ affiorato anche lo scheletro di un bimbo, con una fibbia di cintura alla vita. La scoperta dei due siti, fatta dagli archeologi coordinati da Gabriella Panto’, sotto egida della Soprintendente Marina Sapelli Ragni, aggiunge nuovi importanti tasselli alla storia della dominazione longobarda nell’area subalpina. L’acquedotto di TESTONA e’ l’unico del genere portato alla luce in eccellenti condizioni, tali da spiegare nei dettagli tecnologie del tutto differenti da quelle romane.
La dama e il bimbo sono le prime sepolture longobarde apparse con elementi di vestiario nel territorio chierese. Sono state rintracciate all’esterno della chiesa ignota intercettata dagli scavi nei mesi scorsi.
Gli archeologi hanno accertato che era una basilica, di rilevanti dimensioni, formata da un’aula unica, rettangolare, di circa 400 metri quadri, completata da un abside a forma di ferro di cavallo, del tipo a «semicerchio oltrepassato».
Venne fondata alla fine del sesto secolo dopo Cristo, senza tenere conto delle tecnologie edilizie romane. Per questo e’ significativa.
«Per erigerla – spiega Panto’ – vennero utilizzati laterizi romani di reimpiego e ciottoli, alternati a corsi di argilla, fino a ottenere muri spessi un metro e 30 centimetri». Fu smantellata prima dell’anno mille, quando Chieri amplio’ l’abitato. Si scopre oggi che gli abitanti azzerarono un monumento che influenzo’ molto l’urbanistica successiva: «La chiesa – ricorda Panto’ – era stata fondata a margine dell’abitato romano, ma con un orientamento diverso, che condiziono’ la viabilita’ medievale, come attestano i resti di una strada rinvenuta nei pressi».
Quando i chieresi abbatterono la chiesa trascurarono d’esumare le tombe piu’ profonde. Come quelle della dama e del bimbo.
Gli archeologi le hanno rintracciate fuori dell’abside. Quella della donna e’ la piu’ profonda. Lo scheletro e’ comparso con orecchini e un pendente di osso al collo. Le analisi condotte dall’antropologa Elena Bedini hanno identificato una giovane dalla «faccia piuttosto mascolina».
Il bimbo, di circa 10 anni, venne inumato alcuni decenni dopo, a un livello superiore. Non si escludono nuovi ritrovamenti.
Sono eccezionali anche quelli di TESTONA. Nel parco di Villa Lancia sono venute alla luce le fondazioni di due capanne longobarde, in argilla e legno. Misurano circa dodici metri quadri l’una. Una e’ circolare, l’altra e’ quadrata. Fanno parte di un sito abitativo servito all’epoca da un interessante impianto idraulico, molto diverso da quelli romani. Perche’ era in legno.
«Fu realizzato – spiega Panto’ – nell’alveo di un corso d’acqua largo oltre 10 metri, che scendeva in origine lungo la collina di TESTONA, ma che era stato interrato per cause naturali gia’ prima dell’epoca romana». Qui 1300 anni fa venne intercettata la falda idrica, tramite un pozzo, munito di griglia metallica molto fitta, che doveva depurare l’acqua. Finiva poi in vasche di decantazione quadrangolari, in muratura, interrate, ma foderate di tavole di legno. Di qui il flusso veniva distribuito tramite una condotta di tronchi d’albero cavi, di circa 40 centimetri di diametro. Ne e’ stato rintracciato un tratto, in eccellenti condizioni, lungo circa 20 metri, sopravvissuto proprio grazie all’umidita’ del terreno, che ne ha favorito la conservazione.
Faceva parte di una tubatura che scendeva verso la chiesa di Santa Maria.
Fonte: La Stampa 22/02/2008
Autore: Maurizio Lupo
Cronologia: Arch. Medievale
MONCALIERI e CHIERI (To). Testona e Chieri terre longobarde. Trovati un sepolcro ed un acquedotto.
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