L’antica Kaulon (nei pressi dell’attuale Monasterace, in provincia di Reggio Calabria) ha restituito un altro straordinario gioiello dell’arte greca che fa da pendant col famosissimo drago di Caulonia. Si tratta di un mosaico di 25 metri quadrati raffigurante un altro drago, inserito in un contesto naturalistico di straordinaria bellezza: un edificio di eta’ ellenistica della fine del IV secolo, trasformato in un centro termale. A fare la sensazionale scoperta ieri sera e’ stato l’archeologo Francesco Cuteri, che racconta con emozione all’Adnkronos come lui e il suo team, fatto soprattutto di studenti che operano in volontariato, abbiano trovato il prezioso tesoro: “Io e i miei studenti – racconta – ci aspettavamo di trovare un pavimento consono all’uso termale dell’edificio dove abbiamo lavorato. Ma togliendo il materiale derivante dal crollo monumentale, dovuto ad un cedimento strutturale , probabilmente un sisma, abbiamo scoperto con stupore e meraviglia un pavimento a mosaico fatto da grosse tessere”.
Il professore e i suoi studenti hanno allora ripulito ulteriormente, “ed e’ comparso un tappeto circolare, seguito da oltre 20 mq di mosaico creato con pannelli rettangolari – spiega Cuteri – raffigurante un drago con sfumature cromatiche di incredibile bellezza”. Il mosaico, ricoperto di una patina calcarea molto spessa, e’ di difficile lettura e dovra’ essere studiato attentamente dagli studiosi.
“Dal tappeto circolare – spiega meglio l’archeologo – partono nove riquadri quadrati piu’ tre rettangolari con decori floreali. E’ straordinario l’uso del cromatismo, i materiali, le ceramiche, le pietre colorate: il tutto da’ luogo ad una sinfonia di colori incredibile”. Il mosaico del IV secolo a.C. e’ probabilmente il piu’ imponente del suo genere di tutta la Magna Grecia: “E’ molto grande – conferma lo studioso – cosi’ grandi non se ne conoscono. Sono trent’anni che scavo e una cosa cosi’ bella non mi era mai capitata”. Il drago sembra essere ‘gemello’ di quello, famosissimo, trovato a poca distanza e noto come il ‘drago di kaulonia’. “Questo e’ piu’ piccolo – spiega Cuteri – e dominano le sfumature del blu, mentre quello e’ piu’ grande ed e’ dominante il rosso”.
Il drago “ha un valore apotropaico – argomenta l’archeologo – perche’ scaccia il male. Dovremo analizzare bene i vari significati filosofici, anche perche’ e’ stato trovato alle terme e nessun luogo termale nasceva unicamente come posto di benessere: aveva sempre una valenza di luogo dove confrontarsi, dove discutere”. Nell’edificio, infatti, prima del mosaico erano stati trovati nel corso degli scavi una lunga piscina che ospitava i presenti con acqua riscaldata ed altri elementi tipici dell’ambiente, come una lunga panca intorno ai muri. Molto probabile, secondo Cuteri, il collegamento siciliano con Kaulonia. “In quell’epoca – dice il professore – infatti e’ sotto il controllo di Siracusa”. Cuteri ammette di essere “contento non solo per me, ma per tutti gli studenti che, da 14 anni, lavorano solo per passione . E’ una gratificazione per tutti, non solo per quelli che hanno fatto con me la scoperta”. La Calabria “si conferma una terra che e’ un laboratorio – sottolinea l’esperto – in cui l’archeologia puo’ formare e aprire nuove pagine di interpretazione, e fa capire come la ricerca costante fatta con passione porti a risultati grandi a tutti livelli”.
E proprio in riferimento alla Calabria il professor Cuteri ha scritto, per Cittacalabria, una ‘Guida alla Calabria greca’ (Rubbettino, pp. 134 – euro 10,00) che sara’ possibile acquistare da lunedi’ in libreria. La Magna Grecia raccontata da Cuteri e’ una terra di miti, di culti, templi. Secondo l’autore “l’aggettivo ‘magna’ non deve essere inteso con valore comparativo rispetto a una Grecia piu’ piccola, e’ probabile che abbia un significato piu’ strettamente religioso. Ci si troverebbe dunque in presenza di una Grecia sacra, particolarmente legata alle divinita’ ctonie (sotterranee) e ai culti misterici”. E’ proprio da questa Magna Grecia cosi’ ricca di fascino e mistero che vengono i due draghi di Kaulon ed e’ proprio questa Calabria che l’autore, noto archeologo, tra i pochi – peraltro – esperto di archeologia medievale e bizantina, invita a scoprire con questa guida.
Il professore e i suoi studenti hanno allora ripulito ulteriormente, “ed e’ comparso un tappeto circolare, seguito da oltre 20 mq di mosaico creato con pannelli rettangolari – spiega Cuteri – raffigurante un drago con sfumature cromatiche di incredibile bellezza”. Il mosaico, ricoperto di una patina calcarea molto spessa, e’ di difficile lettura e dovra’ essere studiato attentamente dagli studiosi.
“Dal tappeto circolare – spiega meglio l’archeologo – partono nove riquadri quadrati piu’ tre rettangolari con decori floreali. E’ straordinario l’uso del cromatismo, i materiali, le ceramiche, le pietre colorate: il tutto da’ luogo ad una sinfonia di colori incredibile”. Il mosaico del IV secolo a.C. e’ probabilmente il piu’ imponente del suo genere di tutta la Magna Grecia: “E’ molto grande – conferma lo studioso – cosi’ grandi non se ne conoscono. Sono trent’anni che scavo e una cosa cosi’ bella non mi era mai capitata”. Il drago sembra essere ‘gemello’ di quello, famosissimo, trovato a poca distanza e noto come il ‘drago di kaulonia’. “Questo e’ piu’ piccolo – spiega Cuteri – e dominano le sfumature del blu, mentre quello e’ piu’ grande ed e’ dominante il rosso”.
Il drago “ha un valore apotropaico – argomenta l’archeologo – perche’ scaccia il male. Dovremo analizzare bene i vari significati filosofici, anche perche’ e’ stato trovato alle terme e nessun luogo termale nasceva unicamente come posto di benessere: aveva sempre una valenza di luogo dove confrontarsi, dove discutere”. Nell’edificio, infatti, prima del mosaico erano stati trovati nel corso degli scavi una lunga piscina che ospitava i presenti con acqua riscaldata ed altri elementi tipici dell’ambiente, come una lunga panca intorno ai muri. Molto probabile, secondo Cuteri, il collegamento siciliano con Kaulonia. “In quell’epoca – dice il professore – infatti e’ sotto il controllo di Siracusa”. Cuteri ammette di essere “contento non solo per me, ma per tutti gli studenti che, da 14 anni, lavorano solo per passione . E’ una gratificazione per tutti, non solo per quelli che hanno fatto con me la scoperta”. La Calabria “si conferma una terra che e’ un laboratorio – sottolinea l’esperto – in cui l’archeologia puo’ formare e aprire nuove pagine di interpretazione, e fa capire come la ricerca costante fatta con passione porti a risultati grandi a tutti livelli”.
E proprio in riferimento alla Calabria il professor Cuteri ha scritto, per Cittacalabria, una ‘Guida alla Calabria greca’ (Rubbettino, pp. 134 – euro 10,00) che sara’ possibile acquistare da lunedi’ in libreria. La Magna Grecia raccontata da Cuteri e’ una terra di miti, di culti, templi. Secondo l’autore “l’aggettivo ‘magna’ non deve essere inteso con valore comparativo rispetto a una Grecia piu’ piccola, e’ probabile che abbia un significato piu’ strettamente religioso. Ci si troverebbe dunque in presenza di una Grecia sacra, particolarmente legata alle divinita’ ctonie (sotterranee) e ai culti misterici”. E’ proprio da questa Magna Grecia cosi’ ricca di fascino e mistero che vengono i due draghi di Kaulon ed e’ proprio questa Calabria che l’autore, noto archeologo, tra i pochi – peraltro – esperto di archeologia medievale e bizantina, invita a scoprire con questa guida.
Fonte: www.Strettoweb.com, 21 set 2012