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MISTRETTA (Me). Lo scavo (archeologico) delle meraviglie.

“Una scoperta eccezionale che cambia la storia di Mistretta e che è avvenuta a sorpresa, durante la posa dei tubi del gas”. E’ stata commentata così la scoperta di alcuni reperti dell’antica città un tempo chiamata Amistraton. Mura, tombe e scheletri perfettamente conservati: uno scavo che ha fatto cambiare il nome di largo San Vincenzo, di fronte alla chiesa della Santissima Trinità, in largo del Progresso archeologico.
“Ritrovamenti che non ci aspettavamo – commenta Gabriella Tigano, responsabile archeologa della Soprintendenza – si tratta di tre livelli di strutture murarie: un muro del IV secolo avanti Cristo; un vano del III secolo a.C. e a livello alto, sotto le quote di un cimitero del XV secolo, un ampio ambiente del IV-V secolo dopo Cristo”. Lo scavo è realizzato grazie alla sinergia tra Soprintendenza di Messina e Italgas.
Mistretta si trova nel territorio del Parco dei Nebrodi. Il suo punto più alto è la rocca che ospita i ruderi di un castello arabo-normanno che domina su tutta la città. Da qui discende il primo nucleo urbano, caratterizzato da una fitta tela di stradine tortuose e acciottolate. Il panorama qui è incredibile, diviso com’è tra cielo e mare. La leggenda vuole la città fondata dai Ciclopi, antichi abitanti della Sicilia, anche se alcuni storici affermano che è stata fondata dai Fenici, ma è probabile che le sue origini risalgano ai Sicani.
La cittadina, detta anche la “Sella dei Nebrodi”, a metà strada tra Palermo e Messina, ospita 24 chiese, che rappresentano un patrimonio inestimabile, a livello architettonico e artistico. In primis la Chiesa di Santa Lucia o Chiesa Madre, consacrata Santuario della Madonna dei Miracoli. Tre i musei presenti: Museo Silvo Pastorale G. Cocchiara, il Museo della Fauna e il Museo Comunale.

Autore: Salvo Cagnazzo

Fonte: www.lastampa.it, 19 apr 2018

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