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MIRA (Ve). Alla ricerca delle tombe di quattro dogi.

A Dogaletto un gruppo di archeologi sta studiando e riportando alla luce l’antico monastero di S. Ilario.
Nell’arco di qualche settimana e solo con interventi di ricognizione, senza particolari scavi sono stati recuperati frammenti di ceramiche e tessere di mosaico, perline ed altri oggetti ornamentali metallici, frammenti di ossa e denti umani. Oggetti che hanno permesso a individuare precisamente l’area su cui sorgeva l’antica abbazia confermando i ritrovamenti fatti nel 1800, durante le opere di bonifica, quando tornarono alla luce mosaici, tre sarcofagi, colonne, capitelli e marmi oggi conservati presso il museo archeologico di Venezia.
Sant’Ilario è fondamentale per la comprensione degli esordi e delle prime fasi dell’insediamento lagunare inserita in un meccanismo economico che comprendeva anche l’area di Altino, Torcello fino a Rivo Alto – ha spiegato il professor Sauro Gelichi, docente di archeologia medievale dell’università Ca’ Foscari di Venezia e coordinatore del progetto. – Insomma questi studi a S. Ilario sono importanti per comprendere lo sviluppo della stessa città di Venezia ma anche dei territori circostanti fondamentali per il controllo del commercio tra l’Adriatico e il mediterraneo“.
A condurre le ricerche è una decina di laureandi e laureati in archeologia coordinato da Diego Calaon, dottore di ricerca in archeologia e storia dei Paesi del Mediterraneo e con la supervisione del prof. Gelichi.
Il progetto coinvolge infatti l’università Ca’ Foscari di Venezia, in collaborazione con la Soprintendenza dei Beni archeologici del Veneto e i finanziamenti della Regione, mentre il Comune di Mira per il momento ha contribuito con un sostegno logistico.
Una ricerca importantissima per Mira – ha sottolineato l’assessore alla Cultura Davide Meggiato – per riscoprire e valorizzare il territorio e la storia del nostro paese. L’amministrazione garantirà per questo tutto il supporto possibile per il raggiungimento dei risultati attesi”.
Gli studi attorno a S. Ilario sono appena iniziati ma il prof. Gelichi spera di proseguire le ricerche per qualche anno così da permettere l’avvio di una serie di scavi attorno al sito dell’abbazia e oltre. D’altra parte la storia parla di un complesso monasteriale dei SS. Ilario e Benedetto già nell’VIII secolo direttamente collegato con la formazione dell’istituzione dogale veneziana nel quale dovrebbero essere stati sepolti i primi quattro dogi di Venezia due della famiglia dei Partecipazi e due di quella dei Candiani. Chissà se i prossimi studi e scavi riusciranno a recuperare i sepolcri dogali.


Fonte: Il Gazzettino
Autore: Luisa Giantin
Cronologia: Arch. Medievale

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