Verranno riprodotti le voci degli attori e gli odori del 1 secolo dopo Cristo. Recuperato dalla Camera di Commercio e dall’Università Cattolica. Gioiello archeologico. Alla fine del restauro recite virtuali di tragedie classiche.
Dopo due anni di scavi sotto la Borsa e la Camera di Commercio, torna alla luce un teatro romano del primo secolo dopo Cristo. Da dicembre, sarà possibile visitarlo tra percorsi guidati e ricostruzioni interattive. E rivivere i tempi di quando si esibivano mimi e acrobati, si rappresentavano le tragedie di Eschilo e le commedie di Plauto, l’acqua riempiva l’orchestra e avevano inizio le naumachie, le battaglie navali.
Oltre mezzo milione di euro investiti, un lungo periodo di studi ed esami, infine la scoperta: l’ossatura delle gradinate (un sistema di muri radiali) destinate a un pubblico che andava dalle 4 mila alle 9 mila persone.
La zona sarà aperta al pubblico. Una passerella trasparente permetterà di camminare sopra le mura.
Realizzato nel I secolo dopo Cristo, poteva ospitare 9 mila spettatori. I lavori finanziati dalla Camera di Commercio. L’ingresso sarà gratuito.
Restaurato un tesoro archeologico. Verranno ricostruite le tragedie classiche: voci e immagini grazie a un computer.
Una scala porta sottoterra. Buio. Sopra, i marmi della Borsa, le voci degli agenti che comprano e vendono titoli. Sotto, gli archeologi che scavano tra mura antiche venti secoli, tra le gradinate da cui il pubblico applaudiva attori e saltimbanchi. C’è un teatro romano a Milano, sotto piazza Affari. Lì si esibivano mimi e acrobati, si rappresentavano le tragedie di Eschilo, le commedie di Plauto. L’acqua riempiva l’orchestra e avevano inizio le naumachie, le battaglie navali. Era il teatro dei milanesi del primo secolo dopo Cristo. Da dicembre, tra percorsi guidati e ricostruzioni interattive, sarà possibile visitarlo.
I lavori sono stati appena ultimati. Dopo due anni di scavi (e un secolo e mezzo di ricostruzioni storiche, datazioni approssimative e piccoli ritrovamenti), sarà aperto al pubblico quanto rimane del teatro romano ritrovato sotto la Borsa e la Camera di Commercio. Il «Gigante», come lo definì Pompeo Castelfranco, l’archeologo che per primo lo identificò alla fine del XIX secolo.
La Camera di Commercio — i resti si trovano sotto la sede di Palazzo Turati, in via Meravigli, a circa dieci metri di profondità rispetto alla strada — ha affidato l’operazione di recupero agli archeologi dell’Università Cattolica. Oltre 500 mila euro di investimento, anni di studi ed esami (cominciati nel 2004), quindi la scoperta: l’ossatura delle gradinate (un sistema di muri radiali) destinate a un pubblico che andava dalle 4 mila alle 9 mila persone. Un teatro di medie dimensioni per i circa 25 mila abitanti della Milano romana, una città di circa 20 ettari.
Strumenti di precisione, migliaia di archiviazioni e un mosaico fatto di piccoli, innumerevoli frammenti. Così gli esperti (professori, ricercatori, dottorandi) hanno svelato il grande mistero che avvolgeva il teatro, la data di costruzione. Enigma risolto: tra il primo secolo avanti Cristo e il primo dopo Cristo. Piena età augustea.
«Finalmente — spiega Furio Sacchi, responsabile del progetto — siamo riusciti a datare con certezza quanto rimane del teatro. Un altro tassello della Milano romana si aggiunge all’anfiteatro di via De Amicis, usato per la caccia alle belve, al museo archeologico di corso Magenta, a San Lorenzo».
Tutta la zona di scavo (ingresso da via San Vittore al Teatro, e il nome non è un caso) sarà aperta al pubblico. Una passerella trasparente permetterà di camminare sopra le mura. Ma non sarà una visita asettica, destinata a pochi estimatori dell’età classica. In programma c’è una sorta di viaggio sensoriale: proiezioni tridimensionali illustreranno le rappresentazioni, saranno riprodotte le voci degli attori (rigorosamente in latino) e gli odori del tempo (così promettono dalla Camera di Commercio). Pannelli illustrativi e opuscoli (uno interamente dedicato alle scuole) guideranno il visitatore lungo il percorso. L’ingresso sarà gratuito.
«Sappiamo da un’epigrafe — continua l’archeologo — che erano rappresentate anche le tragedie di Eschilo. Erano seguite da un pubblico colto, anche se il teatro era aperto a tutta la società romana, sia ai nobili che alla gente comune. Per esempio, piacevano molto le storie tragiche, particolarmente cruente. Ma anche gli spettacoli di acrobati, i giochi pirotecnici. Una fonte del IV secolo parla di battaglie navali nel teatro di Milano». La struttura funzionò fino agli inizi del V secolo, quando Milano, capitale dell’impero, riceveva la corte. Poi, tra V e VI i Padri della Chiesa si opposero alle rappresentazioni e cercarono di chiuderla. «Grazie alla Camera di Commercio e al supporto della Sovrintendenza — conclude Sacchi — abbiamo scoperto un monumento fondamentale per Milano».
Gli archeologi della Cattolica hanno raccolto informazioni anche sul quartiere intorno al teatro: case dai ricchi pavimenti, sedi di funzionali dell’impero. Le fonti medievali ricordano che, ancora poco prima della distruzione all’epoca di Federico Barbarossa, sulle gradinate del teatro i milanesi si sedevano per prendere decisioni importanti. Successivamente, sui ruderi dell’edificio, furono costruite due chiese destinate a due potenti corporazioni: i falegnami e i sarti.
Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio, aggiunge: «Vogliamo rendere disponibile al pubblico i resti del teatro romano perché crediamo che palazzi e istituzioni siano di tuti. È un contributo della Milano nodo globale del terzo millennio, a Mediolanum, la terra di mezzo romana».
Fonte: Corriere della Sera 19/07/2006
Autore: Annachiara Sacchi
Cronologia: Arch. Romana