Lo strigile era uno strumento di metallo (di solito in bronzo o ferro) usato nell’antichità (Grecia, Magna Grecia, Etruria, Roma…) per la pulizia del corpo, per detergere la pelle dall’olio, dal sudore e dalla polvere. In particolare veniva utilizzato nelle palestre e nelle gare dagli atleti, ma veniva usato anche alle terme e dopo il bagno.
L’oggetto era composto da una sorta di stretto cucchiaio allungato e curvo verso il lato concavo e da un manico.
In Etruria lo strigile si ritrova dal V secolo a.C. e si diffonde in età ellenistica, come attestato da numerosi esemplari metallici e da rappresentazioni su ceramiche provenienti prevalentemente da contesti funerari.
L’oggetto, che era utilizzato da uomini e donne, era una sorta di status symbol delle classi sociali più elevate.
Emblematico dell’uso femminile è lo strigile trovato nella tomba cd. della Truccatrice del III – II secolo a.C. a Vulci (scavata nel dicembre 2016), che fa parte del corredo della defunta unitamente al altri oggetti da toeletta quali, uno specchio, una piccola cista, spatole e forbici.
Ci sono pervenuti anche alcuni strigili con iscrizioni etrusche, impresse all’interno di cartigli sulla faccia anteriore dei manici, interpretabili come marchi di fabbrica (cfr. Gianluca Tagliamonte, Iscrizioni etrusche su strigili, Atti della tavola rotonda di Roma, 3-4 maggio 1991). In diversi esemplari (due da Viterbo, uno da Pienza, uno forse da Tarquinia) risulta iscritto il marchio “serturies/serturiesi”. In uno strigile conservato alla Biblioteque Nationale di Parigi si legge la formula onomastica “cae cultces”. Uno strumento della specie conservato al Britisch Museum di Londra risulta inscritto “ae vipie cultces”. Su uno strigile rinvenuto nei pressi di Perugia, conservato al Museo Civico di Bologna, c’è scritto “cafre atnas”.
Le immagini riguardano strigili etruschi (da Tuscania, Volterra e Monteriggioni), uno strigile conformato a ragazza da Palestrina, un terminale di candelabro a forma di atleta con strigile da Spina, ed una hydria attica a figure rosse da Vulci con atleta munito di strigile.
Autore: Michele Zazzi – michele.zazzi@alice.it