Da Città della Pieve (Perugia), località Bottarone o Butarone, proviene un’urna bisome in alabastro databile al 425 – 380 a.C. L’urna fu acquistata nel 1887 dal Museo Archeologico di Firenze.
Il monumento funebre, al pari di altri reperti, fu travolto dall’alluvione di Firenze nel 1966 e sottoposto ad un primo restauro terminato nel 1969. Negli ultimi anni, a causa del suo stato di conservazione, non è stata più esposta e dal mese di novembre 2023 è stata nuovamente sottoposta a restauro.
Il reperto funebre (alt. max 87 cm, largh. 55 cm, lungh. 126 cm) fu realizzato in alabastro bianco con venature grigie e conserva tracce della policromia originaria.
Sul coperchio è rappresentata la coppia coniugale nell’atteggiamento del simposio: l’uomo, in posizione recumbente sulla kline, tiene con la sinistra una patera ed appoggia affettuosamente la mano destra sulla schiena della moglie; la compagna, velata e nell’atto di scostare il velo, siede ai piedi del letto, accanto al marito e poggia i piedi su un panchetto. I due fori visibili ai lati del collo della figura femminile fanno supporre l’originaria applicazione di una collana.
Le teste dei defunti furono lavorate ed inserite a parte. I resti della coppia furono riposti in due cavità contigue scavate nella base dell’urna.
La scena conferma l’importanza della famiglia e la rilevanza sociale della donna in Etruria. Nel contempo l’atteggiamento composto e riguardoso della moglie nell’iconografia del periodo (si consideri ad es. anche la rappresentazione nella Tomba degli Scudi di Tarquinia di Velia Seithiti, modestamente seduta ai piedi del letto a fianco di Larth Velcha) risente forse dell’influsso greco.
Il monumento si ascrive alla cultura funeraria chiusina di età classica nella quale si registra anche la variante costituita dalla coppia a banchetto con defunto e figura femminile alata (demone o lasa) al posto della moglie.
Sull’urna da Città della Pieve cfr., tra l’altro:
– Etruschi viaggio nelle terre dei Rasna, Electa, 2019, scheda n 223 pagg. 292 – 293;
– informazioni in merito sui siti internet del Museo Archeologico di Firenze e di nove.firenze.it
Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com