Nell’ottobre 1992 un operaio edile consegnò sette frammenti della tabula (assieme ad altri oggetti) ai Carabinieri di Camucia, dicendo di averla trovata nel cantiere dove lavorava (in località Le Piagge a Cortona).
La Sovrintendenza Archeologica della Toscana non ritenne verosimile quanto raccontato dall’uomo: nel terreno del cantiere non furono trovate testimonianze archeologiche, la terra non corrispondeva alle incrostazioni sul reperto, la tavola risultava ripulita con uno strumento metallico, etc …..
Il ritrovatore non fu creduto e subì anche un processo, che comunque si concluse con l’assoluzione.
La tabula in bronzo di forma rettangolare (50 x 30 cm circa) è composta da sette frammenti (l’ottavo non è stato ritrovato), risulta incisa in alfabeto etrusco cortonese del II secolo a.C. (contiene 206 parole) ed è scritta (da due diversi scribi) su entrambe le facce (la faccia A contiene 32 righe, la B solo 8.
La tabula è munita di un manubrio che doveva servire per l’affissione del documento.
Sotto il profilo interpretativo si ritiene trattarsi di un documento giuridico ed in particolare della registrazione di una compravendita di terreni tra Petru Scevas (di origini servili) e la famiglia dei Cusu (appartenente alla nobiltà cortonese) ed alla presenza, tra gli altri, del sommo magistrato (zilath mexl rasnal) di Cortona.
Autore: Michele Zazzi – michele.zazzi@alice.it