Nel Museo Guarnacci di Volterra è esposta la stele di un personaggio maschile con iscrizione dedicatoria. Il monumento funebre – databile intorno al 560 a.C. – risulta conosciuto sin dal Quattrocento; sappiamo che fu rinvenuto spezzato in due, ma non ne conosciamo il luogo di provenienza (probabilmente dai tumuli volterrani che sorgevano nei pressi di Porta a Selci e Porta all’Arco).
La lastra di calcare è alta 1,70 metri, ha forma rettangolare allungata ed arcuata e raffigura un personaggio maschile di profilo verso sinistra, con gambe discostate, lunghi capelli e barba. La figura virile, inquadrata in un bordo a rilievo, indossa corto gonnellino, corazza, spallacci e schinieri; regge una lancia con la mano destra ed appoggia la sinistra su una spada – coltello con elsa ricurva (machaira) ed impugnatura a testa di uccello.
Sul bordo sinistro vi è un‘iscrizione che si traduce in: “io (sono) di Avile Tite (..)chsie mi ha donato“. Forse anche la cornice destra (oggi scomparsa) era inscritta, come attestato da altre stele della medesima tipologia.
Probabilmente non si tratta di un guerriero (mancanza di casco e scudo) ma piuttosto di una figura eminente, un capo militare e forse anche un sacerdote della comunità (possibile funzione religiosa della machaira).
La forma onomastica avile tite farebbe pensare ad una delle “gentes novae” non appartenente all’aristocrazia tradizionale, probabilmente di origine italica.
Sotto il profilo stilistico il monumento s’ispira a canoni greco – orientali.
Sulla stele di Avile Tite cfr., tra gli altri:
- Françoise Hélène Massa – Pairault, La stele di “avile tite” da Raffaele il Volterrano ai giorni nostri, in Mèlanges de l’école français de Rome, 1991, pagg. 499 – 528;
- Gabriele Cateni, Stele del guerriero AVILE TITE in VOLTERRA Museo Guarnacci, PACINI Editore, 2004, pag. 20.
Autore: Michele Zazzi – michele.zazzi@alice.it