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Michele Zazzi. Porta dell’Arco a Volterra.

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volterraDi origine etrusca è databile al IV secolo a.C.; fu modificata successivamente dai Romani e nel Medioevo. Le parti laterali della porta dovrebbero essere state costruite nel IV secolo a.C., le volte (l’arco e le protomi) probabilmente nel III – II secolo a.C.
Nel Medioevo sopra la porta fu costruita una torre, poi demolita nel 1544.
La porta dell’Arco (larghezza m 4,16; altezza m. 7,50; lunghezza m 8,16) – orientata a Sud ed opposta alla Porta Diana (Portone, secondo la denominazione più antica) a Nord – era inserita nella cerchia delle mura etrusche in panchino della città.
Realizzata in grandi blocchi di tufo sovrapposti a secco, presenta pianta a camera rettangolare con due fornici – uno esterno ed uno interno – originariamente difesi rispettivamente da una saracinesca e da due battenti. La camera è coperta da una volta a botte.
Sui piedritti sono impostati due grandi archi a conci radiali in tufo (di Pignano).
L’arco del fornice esterno è decorato con tre teste scolpite nella pietra (di selagite) oggi non più identificabili. volterraLe opinioni degli studiosi sono divergenti: secondo alcuni le protomi rappresenterebbero la triade divina etrusca Tinia, Uni e Menerva; secondo altri le facce apparterrebbero a Giove e ai Dioscuri (Castore e Polluce), dei tutelari di Roma. Quest’ultima interpretazione sarebbe in linea con le modifiche strutturali che sarebbero state apportate successivamente dai Romani.
Un’urna volterrana esposta nel Museo Guarnacci (del I secolo a.C.) raffigura una scena di assedio avanti ad una porta con tre teste; probabilmente si tratta della più antica rappresentazione della Porta dell’Arco.

volterraLa porta dell’Arco è descritta dettagliatamente anche da George Dennis (Città e Necropoli d’Etruria, 1848) che la ritiene “di origine etrusca” anche se osserva che l’arco interno “presenta più di una caratteristica romana”. Ad avviso dell’esploratore etruscologo inglese le teste (definite “oscure, informi e misteriose”) sono etrusche, come confermato da un’urna cineraria volterrana che riproduce la porta ornata dalle tre teste e che potrebbero rappresentare i nemici vinti, i tre misteriosi Cabiri/Dioscuri o forse le divinità protettrici della città.

volterraDurante la Seconda Guerra Mondiale i Volterrani riuscirono ad evitare la distruzione della Porta dell’Arco. Il 30 giugno del 1944, infatti, i Tedeschi durante la ritirata decisero di abbattere la Porta etrusca per rallentare l’avanzata degli alleati. Si riuscì ad evitare il danno poiché in sole ventiquattro ore i cittadini di Volterra, lavorando alacremente, utilizzarono le pietre delle vie limitrofe per “chiudere” la Porta dell’Arco. La vicenda è ricordata da una lapide collocata nei pressi della Porta.

volterraSulla Porta dell’Arco confronta, tra gli altri:
– Enrico Fiumi, Volterra Etrusca e Romana, Pacini Editore, 1976, pagg. 14 – 15.

Di seguito le immagini del monumento, dell’urna cineraria volterrana del I secolo a.C. con riproduzione della Porta con le teste e del disegno della Porta di James Ainsley (del 1843).

Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com

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