Le fonti greche e latine attribuiscono l’invenzione della tromba agli Etruschi (in realtà la Bibbia fa riferimento all’uso della tromba durante il Regno di Salomone e due trombe sono state ritrovate nella Tomba di Tutankhamen).
Diodoro Siculo (Biblioteca historica 5, 40), Plinio (Nat. Hist. VII, 6) ed altri parlano dell’uso in guerra della tromba da parte dei Tirreni per trasmettere ordini alle truppe.
Silio Italico (Punica 5, 9 – 13), in un contesto generale, racconta che Tirreno utilizzava la tromba per chiamare a raccolta le genti dei villaggi.
Lo scrittore Igino (Fabulae n. 274) afferma che fu Tirreno per primo a soffiare dentro una conchiglia forata, considerata come il capostipite degli strumenti a fiato. Nelle tragedie greche le trombe vengono definite come “Toscane”.
Viene attribuita agli Etruschi anche una forma particolare di tromba detta tromba-lituo, strumento a forma di bastone incurvato ad una estremità: secondo Strabone (Geografia 5,2,2) sarebbe stata inventata dagli Etruschi di Tarquinia.
Anche l’invenzione del corno viene ricondotta agli Etruschi (Ateneo, 4, 184).
L’ampio utilizzo della tromba da parte degli Etruschi è stato confermato dall’archeologia. Da un deposito votivo della Civita di Tarquinia proviene una tromba lituo (databile al VI secolo a.C.) in lamina bronzea insieme ad uno scudo e ad una scure; le armi ed il lituo furono ritualmente ripiegati. Nelle casse delle urne volterrane del II – I secolo a.C. che rappresentano l’ultimo viaggio di magistrati, tra i partecipanti al corteo, appare sovente anche il suonatore di tromba. Suonatori di tromba o di corno sono riprodotti nella ceramica e nella bronzistica etrusca. Se ne desume come tale strumento avesse in pratica funzioni militari, politico – sociali, religiose e di ostentazione.
Per l’uso della tromba in Etruria si veda Simona Rafanelli, Stefano Cocco Cantini, La musica perduta degli Etruschi, edizioni Effigi, 2013, pagg. 41 e ss.
Le immagini si riferiscono alla tromba lituo ritrovata a Tarquinia, ad un’urna volterrana con viaggio nell’aldilà di magistrato, ad un’anfora etrusca a figure nere del pittore di Micali conservata presso il Museo di Tarquinia del 500 a.C. ed al coperchio di un cinerario in bronzo da Capua del VI secolo a.C.
Autore: Michele Zazzi – michele.zazzi@alice.it