Sui monumenti funerari etruschi (sarcofagi, urne, stele, pitture tombali, etc …) vengono sovente rappresentate scene di congedo funebre e di viaggio agli inferi. Si tratta di un repertorio tipicamente locale che si contrappone a quello mitologico, che presuppone una committenza elitaria che s’identifica con i modelli della cultura greca.
La scena di commiato funebre prevede di solito l’ultimo saluto tra il marito e la moglie che si stringono la mano (cd. dextrarum inunctio) o comunque tra il/la defunto/defunta ed altro parente. Il saluto talvolta si svolge davanti la porta dell’Ade. Il gesto sembrerebbe significare il vincolo di affetto che perdura tra i membri che continuano la vita terrena e quelli defunti della famiglia.
Dall’iconografia si desume che per gli etruschi l’ultimo viaggio si svolgeva prevalentemente per terra, per strada o sentieri (a piedi, a cavallo, su carro) o per mare. Vi sono anche rappresentazioni che mostrano defunti su carri muniti di cavalli alati. Si tratta quindi di diverse concezioni di viaggio.
In alcuni monumenti il defunto/la defunta vengono rappresentati a piedi in atto di partire o in movimento verso la meta finale.
In altri casi il viaggio viene effettuato a cavallo: in alcune scene il defunto si accinge a montare a cavallo per la partenza, in altre il trapassato è in sella all’animale e procede verso l’ultima meta.
Il viaggio su carro nelle stele felsinee prevede differenziazioni in ragione del genere del defunto: currus o carro leggero per l’uomo, calesse per le donne o la coppia.
Nelle casse delle urne volterrane si trova di solito il carpentum (carro a due ruote coperto) con alcune varianti. All’interno del carpentum talvolta è raffigurata la coppia maritale ed in altri casi il defunto o la defunta. In alcune rappresentazioni poi la moglie precede in lettiga il marito sul carro.
Il viaggio dei magistrati in particolare risulta effettuato, a seconda dei casi, a piedi, a cavallo o su carro scoperto a due (biga) o quattro cavalli (quadriga).
Quasi sempre il/la defunto/defunta nel viaggio verso l’aldilà vengono accompagnati da altri personaggi: parenti, servi muniti di sacchi con provviste (viator), demoni (prevalentemente Charun).
I magistrati sono scortati da portatori di insegne (fasci, rotoli e sella curule) e suonatori (di flauto, corno e cetra).
In alcuni monumenti viene rappresentato il viaggio per mare con il defunto in atto di salutare i parenti che si accinge a partire con la nave. Vi sono poi varie rappresentazioni aventi ad oggetto esseri e mostri marini e cornici con onde che richiamano lo stesso tipo di viaggio.
L’iconografia presenta anche scene di viaggio verso l’oltretomba su carri muniti di cavalli alati ed al cospetto di demoni anch’essi alati.
Sull’iconografia delle scene di congedo funebre e di viaggio agli inferi cfr,, tra gli altri:
– Gabriele Cateni, Fabio fiaschi, Le urne di Volterra e l’artigianato artistico degli Etruschi, Sansoni, 1984;
– Elisabetta Govi, Studi sulle stele etrusche di Bologna tra V e IV secolo a.C., Edizioni Quasar, 2015.
Di seguito immagini concernenti scene di congedo funebre e viaggio agli inferi tratte da monumenti funebri etruschi.
Autore: Michele Zazzi – michele.zazzi@alice.it