Il sarcofago di Larthia Seianti fu ritrovato nel 1877 in una delle camere laterali della tomba della gens Larcna presso la Martinella, a due km a nord di Chiusi. La tomba fu rinvenuta integra e conteneva nove deposizioni con i relativi corredi.
Si tratta di un monumentale sarcofago in terracotta databile al 150 – 130 a.C. di produzione chiusina (alt. cm 110; lunghezza cm 164; profondità cm 54) con ricca policromia. Per esigenze di lavorazione fu realizzato in cinque parti poi assemblate tra di loro.
La defunta, appartenente all’aristocrazia chiusina, è rappresentata come una giovane matrona semidistesa sulla kline ed appoggiata su due cuscini: con la mano destra scosta il velo dal volto, mentre con la sinistra regge uno specchio circolare. La cassa è decorata con rosette e patere ombelicate alternate a triglifi.
L’aristocratica è riccamente abbigliata: veste mantello e chitone a maniche corte con cintura annodata decorata con borchie, ha anelli sulle dita della mano sinistra, due armille sul braccio destro, collana a girocollo con pendente a bulla a testa di medusa, orecchini a disco e diadema (o corona). sulla testa.
Il nome della nobil donna “larqia: seianti: s… i: sve…” è inciso sulla mensola superiore, ma successivamente è stato coperto con uno strato di stucco che riporta un’iscrizione in rosso appena leggibile “… ti a: lar … lisa: niasa “, probabilmente relativa al riuso del sarcofago da parte di altro membro della famiglia.
Difficile dire quale potesse essere il rapporto tra le due donne.
Del suo prestigioso corredo facevano parte pinzette e nettaorecchie d’argento, doppio pettine, contenitori per profumi in alabastro ed in bronzo, pedine da gioco, patere, spilloni e vasellame da mensa miniaturizzato.
All’interno del sarcofago vi era anche una moneta romana piuttosto consunta (asse con testa di Giano al dritto e prua di nave al rovescio) forse per il pagamento del traghettatore agli inferi.
La donna era probabilmente la seconda moglie del proprietario della tomba Laris Larcna Cencual, unico uomo deposto al suo interno. Le ceneri della prima moglie, Fasi Velui, erano conservate all’interno di un’urna in pietra.
Nel 1886 fu rinvenuto un sarcofago chiusino in terracotta similare a quello di Larthia Seianti all’interno di una tomba a camera nei pressi di Poggio Cantarello, quattro km a Ovest di Chiusi. Il sarcofago di Seianti Hanunia Tlesnasa (oggi al British Museum), che si distingue tra l‘altro per l’età più matura della donna e per lo specchio aperto, sembrerebbe provenire dalla stessa bottega di quello di Larthia Seianti e le due donne con tutta probabilità erano parenti (sorelle?).
Il sarcofago di Larthia è conservato al Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Sul sarcofago di Larthia Seianti cfr., tra l’altro:
– Blog del Museo Archeologico Nazionale di Firenze “L’artetisomiglia: alla scoperta dei volti del MAF – 2 – Larthia Seianti “;
– Sybille Haynes, Storia Culturale degli Etruschi, Johan & Levi editore, 2020, pagg. 420 e ss.
Di seguito le immagini del sarcofago di Larthia Seianti e del relativo corredo e del sarcofago di Hanunia Seianti.
Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com