La tomba della Scimmia (il nome deriva dalla rappresentazione di una piccola scimmia legata ad un albero) fu scoperta da Alessandro Francois nella necropoli di Poggio Renzo a Chiusi nel 1846.
L’ipogeo ha pianta cruciforme e si compone di un vestibolo e tre camere con letti funebri.
Gli affreschi sono stati realizzati nel vestibolo e sulla parete della camera di fondo. Nel vestibolo in particolare si svolgono giochi atletici e ludi ginnici quali: corsa di bighe, esercizi equestri di giovani a cavallo (desultores), lottatori, un lanciatore di giavellotto, pugili, un pirrichista, giocolieri ed equilibristi, arbitri, suonatori, schiavi e personaggi con rami di palma in mano.
A destra della porta di ingresso vi è una scena poco conservata (e per la cui “lettura” sono fondamentali la descrizione di Ranuccio Bianchi Bandinelli e le riproduzioni di disegnatori e pittori del passato) che viene considerata il nucleo centrale delle raffigurazioni della tomba: la protagonista è una donna, con capo velato, seduta su di un alto sgabello e con i piedi appoggiati su un suppedaneo. La matrona è al riparo di un largo ombrello aperto ed assiste ad un gioco di abilità cui partecipa una ragazza con un candelabro in equilibrio sulla testa. Gli attributi della figura femminile ne attestano l’appartenenza alla classe aristocratica e la maggior parte degli studiosi ritengono che si tratti della defunta (divinizzata?) in onore della quale si svolgono i ludi funebri.
La tomba è databile al 480 a. C. circa.
Per maggiori dettagli sulla tomba della Scimmia cfr. La Tomba del Colle nella Passeggiata Archeologica a Chiusi, Edizioni Quasar, 2015, AA. VV.
Le immagini della scena della donna seduta sullo sgabello si riferiscono ad acquarelli dipinti rispettivamente da Elio D’Alessandris e Guido Gatti nel 1911 – 1912.
Autore: Michele Zazzi – michele.zazzi@alice.it