Fu scoperta l’11 giugno 1928 a circa 2 km da Chiusi sulla strada per l’omonimo lago.
Il proprietario del fondo Guido Bonci Casuccini fu autorizzato ad effettuare lo scavo dalla Soprintendenza ed i pochi reperti di corredo (la tomba risultava violata) furono equamente divisi tra lo Stato ed il proprietario del terreno secondo la normativa del tempo.
Nel settembre 1930 i materiali spettanti allo Stato furono ceduti in deposito al Comune di Chiusi.
Nel 1964 la tomba fu venduta allo Stato da parte della vedova Casuccini Caterina Giunti.
La tomba della Pellegrina (che deriva il nome dal vicino podere) fa parte della necropoli di Poggio Renzo e presenta lungo dromos (lungh. 12 m.) con quattro nicchiotti, due per lato, e tre loculi. Alla fine del corridoio vi sono tre camere: due piccole camere disposte ai lati, una con tre loculi e l’altra con un loculo e la stanza principale (lungh. 3,75 m.; largh. 3 m.) in fondo, munita di otto loculi. Al momento della scoperta la tomba non risultava decorata da pitture.
All’interno della tomba furono rinvenuti sarcofagi (5) ed urne (12) in alabastro e travertino relativi a diciassette deposizioni appartenenti in prevalenza alla famiglia Sentinate (10) che utilizzarono l’ipogeo per quattro generazioni. Le urne ritrovate presentavano varie raffigurazioni sulla casse: fascia rossa, rosetta tra due scudi, figura seduta che suona la lira e guerrieri, scena di guerrieri/combattenti, l’indovino Cacu, il saccheggio del Santuario di Delfi.
I monumenti funebri appartenevano tra gli altri a Larth Sentinates Caesa (l’urna era collocata nella camera principale), Velia Tutnei Fastntrunia (forse moglie di Larth Sentinates Caesa), Cae Sentinate Larthal Tutna (forse figlio di Larth Sentinate Caesa e di Velia Tutnei Fastntrunia), Aule Seiante Larthal, Larth Velu Velus, Larthi Petrui Larthial Sentinates, Vel Sentinate Caesa, Tiscusnei Claniusa, etc ….
Del corredo residuo facevano altresì parte una coppetta a vernice nera, frammenti di ceramica a vernice nera, vasetti miniaturistici, frammenti di bronzo relativi a situle, resti di una pisside d’argento, balsamari, un piattello in bronzo.
All’interno della tomba furono rinvenuti anche due cippi sferici, oggetto di furto nel 1983.
I materiali pervenuti sono databili tra la fine del IV ed il I secolo a.C.
La tomba di regola è visitabile e parte dei sarcofagi e delle urne sono stati lasciati in situ, con i coperchi capovolti o rovesciati dai clandestini, come furono ritrovati al momento della scoperta.
L’urna di Larth Sentinate Caesa si può invece ammirare al Museo Archeologico Nazionale di Chiusi: il recumbente è semidisteso sulla klinai, appoggia il braccio sinistro su un doppio cuscino, ha un grosso anello al dito della mano sinistra, una lunga ghirlanda gli pende dal collo ed ha il corpo avvolto dalla vita in giù in un abito di lino.
Sulla tomba della Pellegrina cfr., tra gli altri:
– La Tomba del Colle nella Passeggiata Archeologica a Chiusi a cura di Monica Salvini, Giulio Paolucci, Pasquino Pallecchi, Edizioni Quasar, 2015, pagg. 118 -121;
– Giulia Buonamici, Rivista di Epigrafia Etrusca, 1930, pagg. 377 e ss. (“Iscrizioni su urne, sarcofagi, etc., di una tomba a camera scavata nella roccia tufacea, scoperta in località La Pellegrina (Chiusi) di proprietà dell’Ingegner Guido Casuccini, nel giugno 1928.”).
Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com