Le fonti latine fanno riferimento ad una città etrusca di nome Statonia (in etrusco probabilmente Statnes o Staties) la cui identificazione tra gli studiosi è alquanto controversa.
Strabone (Geogr. 226) precisa che Statonia era una piccola città dell’Etruria interna. Seneca (Nat. quaest., III, 58, 8) e Plinio il Vecchio (Nat. hist., II, 209) citano il Lacus Statoniensis. A detta di Seneca (Nat. XXXV, 8) il lago si chiamava Vadimone; viene descritto (Plinio) come un piccolo lago di forma circolare, privo di insenature e solcato da isolette. Vitruvio (De arch., II, 7, 3) e Plinio (Nat. hist, XXXVI, 168) ci informano che la città fu ordinata a praefectura (che doveva comprendere l’entroterra meridionale dell’agro vulcente) come civitas sine suffragio dopo la caduta di Vulci ad opera dei Romani nel 278 a.C. Vitruvio e Plinio precisano altresì che nel territorio della città vi erano delle cave di pietra aniciana, una pietra lavica capace di resistere al calore. Dalle fonti si ricava infine che a Statonia si faceva un vino rinomato (Plinio).
Secondo una tesi la città misteriosa andrebbe riconosciuta nell’abitato posto sul colle Le Sparne, nella Valle del Fiora a Sud-Ovest di Pitigliano, cui afferiva la necropoli di Poggio Buco. A Sparne è stato in effetti ritrovato un piccolo insediamento etrusco con resti di mura che racchiudevano un’area di circa 9 ettari. Il lago Statoniensis in tale ipotesi potrebbe essere individuato in quello di Mezzano (nel territorio di Valentano) che dista circa 14 km da Poggio Buco.
Nei pressi dell’abitato nel 1897 inoltre furono rinvenute un certo numero di ghiande-missili in piombo inscritte “statnes/stanesi”, termine ritenuto riconducibile alla città di Statonia. A Poggio Buco però sono state ritrovate munizioni anche con iscrizione “staties/statiesi/statnesi”. Le medesime iscrizioni risultano su proiettili della specie rinvenuti in prossimità delle mura di Ghiaccio Forte (presso Scansano), Sovana e Castro (Ischia di Castro).
Ad avviso di alcuni etruscologi comunque l’espressione “statnes” non sarebbe da riferire alla città ma ad un nome personale; si tratterebbe probabilmente di un gentilizio espresso al genitivo, forse riferito al comandante della truppa.
Altri studiosi hanno pensato di poter individuare la città misteriosa a Castro o a Farnese, considerando comunque la vicinanza con il lago di Mezzano e l’esistenza in loco di cave di pietre bianca di tipo vulcanico.
Secondo una diversa interpretazione il lago ricordato da Seneca e Plinio sarebbe il Lago di Bolsena.
Un’ulteriore opinione ritiene che Statonia sia da ricercare nella zona tiberina nell’area tra Viterbo ed il Tevere, probabilmente nei pressi di Bomarzo a Piammiano. La tesi troverebbe fondamento nell’epigrafe funeraria incisa su una rupe nella necropoli bomarzese di Selva di Malano di un magistrato, certo Caius Anicius, quattuorviro (IIIIvir) del municipio di Statonia (Staton(iensium), che doveva avere ovviamente la residenza nel territorio municipale. Il lago Statoniensis in tal caso potrebbe essere identificato con il Lago Vadimone, riconosciuto nel laghetto a nord di Bassano in Teverina. Su Piammiano vi era un insediamento romano, ma la rilevante quantità di ceramica etrusca rinvenuta in situ (impasti e buccheri grigi, doli e vasi a vernice nera) e la ricchezza delle relative necropoli fanno ritenere che l’abitato avesse caratteristiche urbane già nei periodi arcaico ed ellenistico. In tale territorio inoltre sono presenti cave di una pietra nota come “peperino tipico”.
Allo stato delle ricerche nessuna delle ipotesi formulate dagli studiosi risulta del tutto convincente e non vi sono certezze sull’ubicazione della città etrusca di Statonia; non resta che confidare in qualche ritrovamento che possa chiarire la vexata quaestio.
Sulla città di Statonia cfr., tra gli altri:
– Enrico Angelo Stanco, La localizzazione di Statonia: nuove considerazioni in base alle antiche fonti, Mélanges de l’école François de Rome, Année 1994, 106 – 1, pagg. 247-258;
– George Dennis, Città e necropoli d’Etruria, Nuova Immagine, Edizione italiana a cura di Elisa Chiatti e Silvia Nerucci, 2015, Volume Primo, pagg. 611 – 613;
– Sito dell’Enciclopedia dell’Arte Antica “Treccani” voce Statonia.
Di seguito le immagini delle mappe di Le Sparne – Poggio Buco, Castro e Piammiano – Bomarzo, del Lago di Mezzano, del Lago di Vadimone e di ghianda missile inscritta “staties”, proveniente da Poggio Buco, conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com