Secondo il mito greco le Gorgoni – Steno, Euriale e Medusa – erano tre sorelle (figlie delle divinità marine Forco e Ceto) dall’aspetto mostruoso che pietrificavano chiunque le guardasse, ma l’eroe Perseo, utilizzando uno scudo di bronzo riflettente donatogli da Atena, riuscì ad uccidere la Gorgone Medusa decapitandola.
Nell’antica Grecia la Gorgone – di solito rappresentata con occhi e bocca spalancata, denti a zanna di cinghiale, lingua di fuori e capelli di serpente – aveva valore apotropaico e quindi era una sorta di porta fortuna.
La Gorgone risulta ampiamente raffigurata su monete greche e dei paesi influenzati da tale civiltà già nel VI – V secolo a.C.
Populonia coniò varie monete con il Gorgoneion.
Le più antiche monete di argento di Populonia furono ritrovate nel 1868 nel ripostiglio di Volterra ai piedi delle mura unitamente ad altre monete populoniesi, dell’area massaliotica e focese e barre d’argento fuso. Tra le monete populoniesi 15 esemplari – databili tra gli ultimi decenni del VI ed i primi del V a.C. – presentavano testa di Gorgone sul dritto ed un quadrato incuso sul rovescio. Si ritiene che queste prime monete (prive di segno di valore) siano state utilizzate in operazioni commerciali in funzione della loro natura metallica piuttosto che come strumento monetale.
Successivamente la zecca di Populonia coniò una prima serie monetale con il segno di valore di almeno tre nominali diversi (rispettivamente da 10 unità, da 5 unità e da 2 unità e mezza) con testa di Gorgone ed indicazione di valore al dritto e rovescio liscio, senza cioè alcun tipo figurativo.
Il ritrovamento nel 1981 a Prestino, nei pressi di Como, di una moneta di argento della specie con la testa di Gorgone ed indicazione del valore di 10 unità (X) sul dritto, che la stratigrafia consente di datare intorno al 450 – 425 a.C., farebbe pensare che tale emissione sia avvenuta nella seconda metà del V secolo a.C. L’iconografia del Gorgoneion della serie sembrerebbe presentare una certa evoluzione: in alcuni esemplari la figura appare addolcita (lineamenti, capelli, guance) quasi vi fosse l’intento di umanizzare il mostro.
In un periodo ulteriormente successivo, allo stato non determinabile, si registra un’altra serie di argento con testa di Gorgone il cui valore maggiore è costituito da 20 unità (XX), oltre che 10 e 5 unità. Il rovescio di tale serie presenta significative varianti: senza tipo (come la serie precedente), con segni vari (non sempre facilmente identificabili), con polpo, con due polpi, con astro a sei raggi e crescente intorno alla leggenda Puplana, con astro a sei raggi e intorno la leggenda Puplana, con tridente e crescente intorno Puplana, con due caducei. La leggenda Populonia talvolta è resa anche con Popluna. L’immagine della Gorgone nella prevalenza degli esemplari ha perso i connotati del mostro della prima serie: la bocca non presenta più la smorfia, è priva di zanne, la lingua è appena sporgente, nella capigliatura non son più visibili i serpenti.
Un’emissione aurea sempre con testa di Gorgone ed indicazione del valore di 50 unità al dritto viene fatta risalire al periodo della seconda guerra punica (218 – 2002 a.C.).
La Gorgone non risulterebbe invece riprodotta sulla monetazione populoniese in bronzo.
Sulle monete di Populonia con rappresentazione della Gorgone cfr., tra gli altri:
– Fiorenzo Catalli, Monete Etrusche, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato Libreria dello Stato, 1998, pagg. 41 e ss.
Di seguito immagini di monete della zecca di Populonia con rappresentazione della Gorgone con indicazione del valore X e del valore XX sul dritto e rovescio liscio. Ulteriori immagini di monete con la Gorgone con indicazione del valore XX sul dritto e con rovesci vari: due caducei, linee, seppia e polpo.
Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com