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Michele Zazzi. La battaglia del Lago Vadimone (309 a.C).

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Nella fase finale del IV secolo a.C. i Romani penetrarono nell’Etruria settentrionale contrapponendosi alle città di Perugia, Arezzo, Cortona e Volsini, che costituivano al tempo il baricentro poltico dell’Etruria. Nel medesimo periodo i Romani furono coinvolti in armi anche contro Sanniti ed Umbri.
Tito Livio (Ab Urbe condita, IX, 35 – 37) riferisce che nel 310 a.C. l’esercito romano valicò la selva Cimina agli ordini del console Quinto Fabio Rulliano e gli Etruschi riportarono una prima sconfitta (lo scontro secondo alcuni autori sarebbe avvenuto al di là della selva Cimina nei pressi di Perugia, ma l’opinione non sembra convincente). Le città di Perugia, Cortona ed Arezzo, che secondo Livio a quel tempo erano le più importanti dell’Etruria, chiesero a Roma pace ed alleanza ma ottennero solo una tregua di trenta anni.
L’anno successivo (309 C.) gli Etruschi subirono un’ulteriore sconfitta al lago Vadimone nel territorio di Volsini: Livio precisa che si trattò di una grande battaglia che determinò il tracollo della potenza etrusca (IX, 39).
zazziIl Lago Vadimone (o Vladimonio) al quale si richiama Livio viene di solito identificato in quello che è oggi un piccolo specchio d’acqua di origine vulcanica nella piana di Lucignano, nella parte settentrionale del territorio di Orte (VT).
Da un’epistola di Plinio il Giovane (Epist., VIII, 20) apprendiamo che al tempo si presentava come “una ruota messa a giacere, con una circonferenza in tutto regolare […] di colore più pallido, più verde e più intenso del marino”. Secondo una diversa ipotesi (Arderio Loppi) il lago di Vadimone sarebbe invece da individuare non nella piana di Lucignano ma, seppur nelle vicinanze, a ridosso dell’abitato di Vasanello. Il lago in oggetto comunque ad avviso di alcuni studiosi (ma non si tratta della tesi prevalente) sarebbe il Lacus Statoniensis relativo alla misteriosa città etrusca di Statonia.
Dalla fonte liviana in ordine alla battaglia del Lago Vadimone si ricava che gli Etruschi radunarono un imponente esercito (“con tante forze e con tanto ardore quanto mai avevano fatto in passato”) nel rispetto di una legge sacrata (una sorta di giuramento avanti gli dei di combattere fino al sacrificio della vita), in virtù della quale ogni uomo si sceglieva un altro uomo. L’esito della battaglia si mantenne incerto per lungo tempo: nessuno accennò alla fuga e i ranghi furono serrati con il valido contributo delle seconde schiere. Sullo slancio dei cavalieri Romani, che scesi da cavallo dettero man forte ai legionari, fu rotto l’equilibrio e fu vinta la resistenza degli Etruschi che vennero travolti.
Livio non dice chi furono i condottieri dei due eserciti, né precisa quali città etrusche parteciparono alla battaglia.
Sappiamo dallo storico romano che il dittatore Papirio Cursore (nominato nel 309 a.C.) si recò a Logula per fronteggiare i Sanniti, ma che lo scontro con quest’ultimi avvenne dopo la battaglia di Vadimone. Può essere che il dittatore prima dello scontro con i Sanniti sia rientrato in Etruria (anche se la distanza tra i luoghi era significativa) ed abbia guidato le legioni vittoriose a Vadimone. Risulta però che Rulliano, subito dopo la battaglia di Vadimone, vinse gli Etruschi superstiti a Perugia; è quindi probabile che il dittatore abbia lasciato il comando in Etruria al console Quinto Fabio e che quest’ultimo sia quindi il vincitore di Vadimone. L’ipotesi sarebbe confermata dai Fasti Triumphales che ricordano il trionfo “de Etrusceis” di Rulliano il 13 novembre 308 a.C.
Relativamente alle città etrusche frappostesi a Roma nella battaglia di Vadimone c’è da osservare che Livio quando parla della sconfitta degli Etruschi superstiti a Perugia precisa che anch’essa aveva rotto la tregua; si può quindi pensare che anche Cortona ed Arezzo avessero fatto altrettanto e che forse almeno le tre città avessero partecipato alla battaglia.
zazziLa chiusura di Roma, che non aveva accettato l’alleanza (concedendo solo una tregua), potrebbe aver generato forti insicurezze nelle città dell’Etruria settentrionale ed averle indotte a tentare il tutto per tutto per cercare di salvarsi dall’incombente pericolo romano.
Secondo altre opinioni nella battaglia i Romani sarebbero stati fronteggiati dalle città di Tarquinia e Volsini. Con riferimento a quest’ultime Livio (IX,41) precisa che a seguito di ulteriori conflitti con Roma nel 308 Tarquinia ottenne una tregua di quaranta anni e Volsini di un anno. Il richiamo alla lex sacrata potrebbe anche significare che nell’esercito etrusco siano confluiti anche dei volontari provenienti da altre lucumonie (in questo senso ad es. Werner Keller in La Civiltà etrusca, Garzanti, 1984 pag. 296).
Per completezza occorre ricordare che le fonti (Polibio Storie, I, 20) fanno riferimento ad una seconda battaglia presso il Lago Vadimone che nel 283 a.C. avrebbe visto la sconfitta di una coalizione di Etruschi e Galli Boi da parte dei Romani. Alcuni studiosi ritengono che la ridetta battaglia del 309 a.C. non sarebbe altro che un’anticipazione di quest’ultima.

Sulla battaglia del lago Vadimone cfr, tra gli altri:
– Pier Luigi Romeo di Colloredo Mels, Le guerre etrusche 482 – 264 a.C., Soldiershop Publishing Storia, 2023, pag. 107- 109;
– Enio Pecchioni, Etruschi versus Roma Diario storico della caduta dei Rasna, Press & Archeos, 2019, pag. 85 – 86.
Informazioni sulla battaglia in argomento possono essere tratte anche dai siti AB Ars Bellica Le Grandi Battaglie della Storia, Battaglia del Lago Vadimone 309 a.C.;
www.romano impero.com, Battaglia di Vadimone (309 a.c. Rep.),
– nonché dal sito Facebook Battaglia del Lago Vadimone

Di seguito le immagini del lago Vadimone e del teatro della guerra romano etrusca del 311 – 309 a.C.

Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com

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