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Michele Zazzi, Il gioco del PHERSU.

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phersuIn alcune tombe dipinte, databili tra il VI ed il V secolo a.C., di Tarquinia (tombe degli Auguri, delle Olimpiadi, di Pulcinella e del Gallo) e di Chiusi (tombe della Scimmia e forse di Montollo) si trova rappresentato un singolare personaggio vestito, seppur con alcune varianti, con un corto giubbetto frangiato (rosso o a scacchi bianchi e neri), con un cappello alto a punta e con il viso coperto da una maschera scura barbuta.
Grazie a due iscrizioni (nella tomba degli Auguri) apprendiamo che la figura è denominata PHERSU: secondo alcuni sarebbe un nome proprio, secondo altri un nome derivato che designa colui che compie un’azione.
Il personaggio è raffigurato, nel contesto di giochi funebri, con atteggiamenti perlopiù di danza, di suonatore di flauto e di corsa.
Nella Tomba degli Auguri, in particolare, è riprodotta una scena cruenta in cui il PHERSU tiene nelle mani le lunghe redini di un cane nero (molosso? o lupo?) in atto di attaccare un uomo quasi nudo, bendato e ferito. Quest’ultimo è proteso in avanti e con la mano sinistra ha afferrato il guinzaglio del cane, mentre nella destra stringe una clava nodosa. Nella tomba delle Olimpiadi s’intravede un gruppo similare molto lacunoso. Accanto alla testa del PHERSU vi è parte del corpo di un altro personaggio, che con una mano tiene un’arma ed ha il capo, completamente celato da un cappuccio, volto verso il basso.
phersuAltre rappresentazioni del PHERSU sarebbero state individuate, sulla scorta di analogie/assimilazioni attinenti al vestiario e/o alla maschera della figura, su vasi di ceramica (ad es. su un’anfora del pittore di Micali fine VI secolo a.C. al British Museum) e bronzetti (ad es. in un bronzetto del V secolo a.C. sempre al british Museum) con atteggiamenti riferibili ad attori o acrobati.
Il personaggio in conclusione è stato variamente interpretato come divinità (sono state evidenziate connessioni linguistiche con Phersipnai/Persefone, divinità ellenica dell’oltretomba nota come Persephone, ma anche come Phersephone), un demone infernale collegato con la morte (Giovanni Semerano) o come attore, maschera (Massimo Pallottino).
La circostanza che le rappresentazioni del gioco macabro sopra descritto risalgono al periodo più arcaico (la tomba degli Auguri e delle Olimpiadi sono databili alla seconda metà del VI secolo a.C.) e che successivamente, dal V secolo a.C. in poi, non si ritrovino più potrebbe anche far pensare che il personaggio abbia subito una trasformazione nel tempo.
Come noto il termine PHERSU è stato accostato alla parola latina persona (nel significato di maschera) e quindi alla parola italiana persona.

phersuNelle immagini:
Rappresentazioni pittoriche del PHERSU nelle tombe tarquiniesi degli Auguri, delle Olimpiadi, di Pulcinella e del Gallo.

Autore: Michele Zazzi su Passione Etrusca, 27 lug 2022

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