Nel 1760 nella Necropoli del Portone (località Marmini di sotto) a Volterra fu scavato l’ipogeo della famiglia Flave.
All’interno della tomba furono rinvenuti due sarcofagi di pietra, uno appartenente ad un personaggio maschile ed un altro ad una componente femminile della famiglia. Nell’ipogeo vi erano anche quaranta urne cinerarie.
I sarcofagi – in stile chiusino – riproducono casse ad intelaiatura lignea ed hanno piedi scanalati desinenti a zampa leonina.
Sui coperchi vi sono i defunti in posizione semi recumbente e i due personaggi, che appoggiano la sinistra su un doppio cuscino, hanno la testa sollevata verso l’alto. L’uomo, semi nudo, regge con la destra una patera; la figura femminile è vestita di chitone e mantello e con la destra tiene una melagrana.
La cassa del sarcofago con recumbente maschile (Laris Flave) presenta il corteo di un magistrato del quale fanno parte i littori con i relativi attributi. La cassa relativa alla deposizione femminile è lavorata con scena di commiato, con rappresentazione, tra l’altro, di dextrarum iunctio.
I sarcofagi della gens Flave, databili al II secolo a.C., sono gli unici esemplari di questo genere di monumenti a Volterra, dove il rito funerario sembra essere esclusivamente quello della incinerazione delle salme deposte in urne cinerarie.
Con tutta probabilità la famiglia Flave doveva essere di origini meridionali; una volta giunta a Volterra raggiunse comunque una rilevante posizione sociale al punto di annoverare tra i propri membri anche un magistrato, ma al momento della morte alcuni dei suoi componenti preferirono mantenere il rito inumatorio.
I sarcofagi sono esposti al Museo Guarnacci di Volterra.
Di seguito le immagini dei due sarcofagi della gens Flave.
Autore: Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com