Il cippo fu rinvenuto agli inizi del settecento in località Il Campaccio, ad est di Cortona, nei terreni di Taddeo Orselli.
Nel 1747 fu ereditato dal collezionista Galeotto Ridolfini Corazzi.
Nel 1826 il monumento fu ceduto al Museo Rijksmuseum van Oudheden di Leida dove tutt’oggi è conservato.
Il cippo in arenaria (alt. 116 cm, largh. 60 cm, spesss. 16 cm) risulta inscritto in alfabeto settentrionale ed è databile al II secolo a.C.
Il reperto, che presenta incassi ed una scanalatura verticale sul lato sinistro, era probabilmente collocato in posizione eretta ed inserito in una struttura di sostegno (un edificio od un recinto?).
Sulla faccia anteriore è incisa su due righe un’iscrizione etrusca che si ripete due volte con andamento inverso ricostruibile (vi sono lacune) come tular rasnal (A “tular rasnal”; B “[tula]r [rasn]al”. L’espressione viene interpretata come confine del popolo, confine pubblico assimilabile ai fines publici dei romani. Il cippo fu rinvenuto vicino (a circa due km) all’area urbana di Cortona, lungo la strada di collegamento tra Cortona e Perugia (Via Trasimena).
Gli studiosi lo hanno variamente considerato come confine dell’Etruria (fines Etruriae) tenuto conto della sua prossimità col confine con l’Umbria o della città di Cortona e del suo territorio o di un insediamento della zona. Secondo una diversa interpretazione il cippo costituiva uno dei limiti del territorio cittadino all’interno del quale poteva essere svolta la pratica augurale (auspici pubblici).
Sempre da Cortona (Viale Passerini 170, zona est della città a 600 metri circa dalle mura) proviene un altro cippo di confine in pietra serena (conservato presso il museo archeologico locale) con iscrizione su tre righe luθcval canθisa della prima metà del II secolo a.C., forse riferibile ad un terreno di pertinenza di un ordine sacerdotale denominato canθis,
Un terzo cippo cortonese, anch’esso inscritto, ritrovato nel 1561 nei pressi della cinta muraria sembrerebbe attestato da un disegno d’archivio. Secondo le informazioni il monumento negli anni cinquanta del novecento era nella disponibilità della famiglia Petrella in località Campaccio. L’iscrizione di quest’ultimo cippo confinario sembrerebbe similare a quella del cippo oggi conservato a Leida.
I tre cippi rinvenuti nell’area di Cortona con tutta probabilità facevano parte di un sistema di delimitazione territoriale sul versante ad oriente della città etrusca con finalità istituzionali e religiose.
Per completezza si segnala che altri cippi etruschi con inscritta la parola tular, da sola od unitamente ad altre, sono stati ritrovati a Fiesole (n. 6), Montepulciano, Poggio Civitella – Montalcino, Spina, Castiglion del lago, Perugia (n. 2), Bettona. Nei sei cippi fiesolani, in particolare, tular è riferito al lessema “spural” (per esteso od abbreviato), termine quest’ultimo che potrebbe designare la città o la comunità dei cittadini. Nel cippo rinvenuto a Spina invece si legge mi tular = io sono il confine. A Bettona infine uno dei due cippi segnalava il confine della proprietà della famiglia “larna”.
Per approfondimenti sul cippo cortonese inscritto tular rasnal:
– Simona Fortunelli, in MAEC Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona Il Museo della Città Etrusca e Romana di Cortona Catalogo delle Collezioni, Edizioni Polistampa, 2005, pagg. 96 e ss.;
– Riccardo Massarelli, Osservazioni sui cippi terminali iscritti da Cortona in Equo duenosio, Studi offerti a Luciano Agostiniani. Perugia, Università degli Studi di Perugia 2022, pagg. 677 e ss.
Di seguito immagine del cippo inscritto tular rasnal
Autore:
Michele Zazzi – etruscans59@gmail.com