Durante la campagna di ricerca, effettuata con scansioni, verifiche Rov e immersioni subacquee, sono stati scoperti, in fondo allo Stretto di Messina, due relitti perfettamente integri di navi mercantili, risalenti al II-IV secolo d.C.
L’area interessata alla campagna archeo-subacquea abbraccia un tratto di mare di 49 km2. Sono state utilizzate attrezzature di ultima generazione. Hanno operato in sinergia istituti pubblici e privati: Aurora Trust, la Soprintendenza ai Beni Culturali del Mare di Palermo, Oloturia Sub, Bimaris edizioni. La campagna di ricerca fa parte del progetto “Atlantis”: un piano biennale di mappatura dei fondali dello Stretto di Messina.
Nella fattispecie, nella campagna svolta dal 13 al 19 giugno, sono state ritrovate nel primo relitto anfore nord-africane ben conservate, nel secondo macine intere, lingotti di piombo con timbro, fondamentale per individuarne la provenienza, e tre ancore in ferro. Questo secondo relitto e’ databile in epoca tardo romana/bizantina.
La campagna è sicuramente molto importante per i risultati ottenuti non sono sul fronte archeologico ma anche dal punto di vista naturalistico, biologico e geologico, come ha sottolineato il dirigente della Soprintendenza ai Beni culturali del Mare di Parlermo, Stefano Zangara. Verranno attivate procedure per la salvaguardia e la valorizzazione dei siti interessati.
I prossimi passi prevedono di approfondire la ricerca utilizzando tecnologie ad altissima precisione, ampliando l’area di ricerca e procedendo con la raccolta di materiale video-fotografico per dettagliare meglio i particolari dei relitti.
Autore: Sandra Leonardi
Nella fattispecie, nella campagna svolta dal 13 al 19 giugno, sono state ritrovate nel primo relitto anfore nord-africane ben conservate, nel secondo macine intere, lingotti di piombo con timbro, fondamentale per individuarne la provenienza, e tre ancore in ferro. Questo secondo relitto e’ databile in epoca tardo romana/bizantina.
La campagna è sicuramente molto importante per i risultati ottenuti non sono sul fronte archeologico ma anche dal punto di vista naturalistico, biologico e geologico, come ha sottolineato il dirigente della Soprintendenza ai Beni culturali del Mare di Parlermo, Stefano Zangara. Verranno attivate procedure per la salvaguardia e la valorizzazione dei siti interessati.
I prossimi passi prevedono di approfondire la ricerca utilizzando tecnologie ad altissima precisione, ampliando l’area di ricerca e procedendo con la raccolta di materiale video-fotografico per dettagliare meglio i particolari dei relitti.
Autore: Sandra Leonardi
Fonte: Archeomatica.it, 21 giugno 2011