Una grande scoperta che ne promette un’altra, forse la più clamorosa degli ultimi decenni.
Nella piazza centrale di Città del Messico, dove sorgeva il Tempio Mayor, la principale piramide degli aztechi, è venuto alla luce un monolito di pietra rosa di 3,50 metri per 2,50, scolpito con l’immagine della dea della Terra e della Morte.
Tutto lascia credere che sotto la scultura vi sia la tomba del re degli astechi Ahuitzotl, che morì nel 1502 lasciando il trono a suo nipote Montezuma TI, l’uomo che ebbe la sventura di incontrare i Conquistadores guidati da Cortes.
L’annuncio del ritrovamento è stato dato da l’archeologo Eduardo Matos Moctézuma, coordinatore del progetto Templo Mayor. La pesante lastra, ora spezzata in quattro parti, si trova nel punto della piazza dove, secondo alcuni storici del XVI secolo, venivano sepolte le ceneri dei regnanti e tutto fa pensare che non sia mai stata spostata.
Per questo gli archeologi messicani sperano che sotto il monolito vi siano i resti del sovrano e l’intero corredo funebre che l’accompagnò nell’inframondo. L’attesa è molta perché finora non è mai stata scoperta la sepoltura di un re azteco; inoltre, Ahuitzotl, fu un sovrano molto potente che estese i domini dell’impero fino al Guatemala ed è ricordato per aver sacrificato da 20 mila a 80 mila prigionieri in occasione dell’ampliamento del Tempio Mayor.
Date tali caratteristiche, è ipotizzabile che nella tomba sia stato deposto un corre- do funebre di ricchezza straordinaria.
Sul monolito è scolpita l’immagine femminile di Tlaltecuhtli, la divinità della Terra che nell’iconografia religiosa azteca compare anche in forma maschile. L’aspetto complessivo della figura e diversi particolari indicano il suo carattere di divinità tellurica e notturna: indossa un gonnellino adorno di crani e ossa incrociate, la lingua sfrangiata fuoriesce dalla bocca ghignante, mani e piedi hanno forma di zampe di rapace, piccoli teschi «marcano» gomiti e ginocchia, lacci e conchiglie segnano le spalle, mentre dai capelli emergono pezzi di carta simboli del sacrificio.
Gli aztechi ritenevano che Tlaltecuhtli divorasse i corpi delle vittime sacrificali e ogni giorno ingoiasse il Sole al tramonto. Questo spiega la presenza dell’immagine della dea sulla tomba reale: al momento della morte il sovrano veniva metaforicamente comparato al Sole del tramonto o delle eclissi. Ma il monumento fornisce anche altre informazioni. Tra gli artigli della zampa destra è scolpito un gufo composto dalla testa di un coniglio collegata a dieci paThni, che per gli aztechi indicava la data 10-Coniglio, cioè l’anno l50 della nostra era, quello della morte del sovrano. Altri due pallini escono dalla parte opposta della testa e indicano l’anno 2-Coniglio che, oltre ad essere una data calendariale, è anche il nome del dio del puique, una bevanda alcolica prodotta col succo dell’agave.
La presenza di questo glifo non sembra casuale: proprio la divinità del pulque era infatti associata all’anno 1500, quando la città fu devastata da una violenta alluvione e il re rimase ferito sbattendo la testa contro una colonna mentre cercava di fuggire dal suo palazzo invaso dalle acque. Furono proprio le conseguenze di quell’incidente, avvenuto sotto l’egida del dio del pulque, a causare la morte del potente Ahuitzotl nel 1502.
La scoperta della lastra scolpita era in qualche modo attesa perché l’area centrale di Città del Messico è sovrapposta ai resti di Tenochtitlan, la capitale degli aztechi, la cui mappa è perfettamente conosciuta grazie alla documentazione lasciata dai antichi cronisti. Questo fa sì che gli archeologi sappiano esattamente sotto quale palazzo della città attuale sia nascosto questo o quel monumento azteco; ciò spiega perché sono andati a cercare la tomba reale sotto le macerie di un palazzo recentemente abbattuto.
Fonte: Corriere della Sera 23/11/2006
Autore: Viviano Domenici
Cronologia: Arch. Precolombiana