Gli scavi nella Huerta de Otero portano alla luce un grande mosaico di Medusa nella sala principale di una splendida domus romana. E, tutto attorno, sempre realizzati con la tecnica del mosaico, animali che mostrano la ricchezza del mare e della terra. E’ una sorta di celebrazione del Creato quella che è emersa, in questi giorni, durante uno scavo condotto a Mérida, in Spagna, dove è stata portata alla luce una villa romana.
La notizia dell’importante ritrovamento è stata data poche ore fa dal Municipio della città spagnola di origine romana – fondata dai legionari in congedo – a poche ore da un altro clamoroso annuncio, quello del ritrovamento di strutture di servizio – intatte – relative a un impianto termale della Domus dell’anfiteatro, situato nella stessa città, chiamata popolarmente la Roma di Spagna. Troverete l’articolo sulla scoperta delle terme, in fondo a questa pagina.
La Huerta de Otero è una zona archeologica situata sul lato occidentale di Mérida, delimitata dalla diga di contenimento del fiume Ana e dal muro sud della cittadella araba. Dopo decenni di abbandono, all’inizio del 2019, è iniziato qui un progetto di ricerca con l’obiettivo di una documentazione completa del sito attraverso scavi archeologici e indagini geofisiche.
Meduse e pavoni; pesci e motivi geometrici. Il tutto in un grande mosaico di tessere colorate. Questo è il risultato degli ultimi scavi nella Huerta de Otero, condotti dagli studenti-lavoratori della Scuola Professionale Barraeca II del Comune.
“Siamo molto interessati a valorizzare nuovi siti archeologici ed è per questo che con operatori specializzati in Patrimonio, Scavi Archeologici e Costruzione alla Dual Barraeca II Professional School sono stati effettuati scavi nella Huerta de Otero con questi grandi risultati” sottolinea la delegata alla Formazione e ai Beni archeologici del Comune, Pilar Amor.
Per Félix Palma, direttore del Consorzio Città Monumentali, questo sito “ha un carattere eccezionale per il livello di conservazione dei resti e, soprattutto, per l’apparato ornamentale che decora la casa, ben conservata: non solo il mosaico delle meduse ma anche dipinti e motivi scultorei”.
José Vargas, supervisore archeologico presso la Barraeca II Professional School, sottolinea che “in questo scavo è stata portata alla luce una domus romana e una delle sue stanze principali completamente, pavimentata con un mosaico policromo di circa 30 m2 il cui motivo centrale è rappresentato dalla testa di Medusa incorniciata da un medaglione ottagonale. Quattro pavoni, che incarnano le quattro stagioni, si trovano negli angoli all’interno di esagoni”.
Il tutto è impaginato, compositivamente “in un grande quadrato in cui si alternano motivi floreali e animali (uccelli e pesci) a maschere. L’aspetto dell’immagine della Medusa è tipico nei pavimenti a mosaico del II secolo d. C. come segno di protezione degli abitanti della domus”.
Gli esiti archeologici dei diversi interventi tra il 2019 e il 2023 hanno portato alla luce anche un tratto del muro di fondazione romano di circa 40 metri di lunghezza e 2,70 metri di larghezza: è qui che si trova l’altezza massima finora documentata dell’intero recinto difensivo conservato, 5 metri di altezza.
Attaccato al muro, sul suo paramento interno, sono stati documentati i resti di una strada che correva parallela al muro stesso. con una larghezza di 6 metri. Questo percorso fu poi parzialmente occupato nel IV secolo dC. C. per la realizzazione di alcuni bagni privati.
Fonte: www.stilearte.it, 27 lug 2023