Il V millennio a.C., secondo le sintesi più recenti1, è caratterizzato da un’agricoltura pienamente sviluppata in gran parte dell’Europa mediterranea e continentale. Alle specie del primo “pacchetto neolitico”2, si è aggiunta la coltivazione di nuove specie, di origine non sempre nota, che presentano una distribuzione piuttosto ampia. La diffusione a nord delle Alpi di piante di origine mediterranea
suggerisce la presenza di contatti fra i diversi gruppi culturali, lungo assi sud-nord, che avrebbero portato alla coltivazione di queste specie in aree geografiche sempre più distanti.
La documentazione relativa al V millennio per l’Italia settentrionale è piuttosto scarsa. Si dispone di analisi effettuate su una trentina di siti, posti in Liguria, nella Pianura Padana e in quella Friulana e lungo la Valle dell’Adige; ma, per la maggior parte degli insediamenti, i dati sono del tutto insoddisfacenti, perché basati su un numero molto ridotto di resti carpologici.
Nei siti asciutti, la maggior parte di quelli indagati, la conservazione dei resti carpologici non è particolarmente buona e la loro concentrazione piuttosto bassa. L’inquadramento cronologico di diversi contesti è difficile: molti siti presentano più fasi di occupazione e non sempre sono conosciuti i dati stratigrafici delle campionature analizzate, soprattutto quelle raccolte prima degli anni ’90 del secolo scorso.
Vengono presentati in questa sede i dati archeobotanici relativi al sito di Parma-Via Guidorossi4; l’analisi di questi dati, discussa in rapporto alle conoscenze attuali sull’agricoltura dell’Italia settentrionale, permette di formulare nuove ipotesi sullo sviluppo dell’agricoltura nel Neolitico medio.
Leggi tutto nell’allegato: Lagricoltura_in_Italia_settentrionale_nel V millennio a.C.
in “Rivista di Studi Liguri” Anni 77 – 79