Nel capitolo 25 del suo quarto libro Columella descrive la falce da vite (jalx vinitoria). Essa “è fatta in modo che la parte più vicina al manico ha lama diritta e si chiama coltello (culter) per la somiglianza; la parte che si curva si dice seno (sinus); quella che prosegue dritta dopo la curvatura si chiama scalpello (scalprum); la parte adunca si chiama becco (rostrum); vicino ad essa c’è una specie di piccola mezzaluna che si chiama scure (securis), e la punta della scure ricurva in giù prende appunto il nome di punta (mucro). Ognuna di queste parti ha il suo proprio ufficio e uso, se il vignaiolo (vinitor) le sa adoperare”.
Per alcuni dettagli la funzione è intuitiva: la così detta scure poteva probabilmente essere usata per scortecciare i rami della vite.
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