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MATHERA – Rivista trimestrale di storia e cultura del territorio – N. 28/29

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292 pagine a colori già nelle edicole e librerie di Matera, e poi raggiungeranno i nostri abbonati ed i nostri rivenditori.
In copertina il rosone del nostro San Domenico, che sulla base dei nostri studi e delle inedite fonti che riportiamo, non risale al medioevo come sempre sostenuto dalla critica, ma alla metà del Seicento. Ripercorriamo quindi la storia dei domenicani nel Sud Italia e a Matera, del loro edificio, della vita conventuale, degli arcivescovi domenicani.
Il sommario invece si apre con la storia del toponimo “Serra Venerdì”, e scopriremo come la dizione corretta fosse Santa Venerdìa: abbiamo finalmente individuato anche dove fosse ubicata la cappella dedicata alla Santa, in italiano nota come Veneranda e in greco Parasceve. Una rubrica inoltre tratta una zona del quartiere nota come “u cuompsant nuv”, e spiega le ragioni di questo strano nome.
Le campane della Cattedrale di Matera compiono in questi giorni 100 anni, e ricostruiamo quindi la storia di tutte le campane che hanno trovato posto nella sommità del campanile. Di quest’ultimo poi, ripercorriamo la secolare storia, ricca di vicissitudini.
Lo Speciale di questo numero (60 pagine) è dedicato alle Speziere di Matera, le antenate delle moderne farmacie: si indaga la storia di questa professione, l’ubicazione delle botteghe, i loro cambiamenti nel corso del tempo, e grazie a una fonte d’epoca si riportano tutte le erbe officinali presenti in una speziera materana nel 1726, catalogo utilissimo per la comprensione delle conoscenze e credenze botaniche dell’epoca e della rete commerciale per rifornirsene.
La Festa della Bruna si apre con la processione dei pastori, e noi ci occupiamo della storia della confraternita e del quadro che il 2 luglio viene portato in processione. E se lo strazzo del carro ne è l’epilogo, presentiamo un reportage fotografico che ritrae le quattro artiste del carro 2023 al lavoro.
Continua l’approfondita ricerca sui feudatari che si sono avvicendati nel possesso di Matera: in questo numero la seconda parte, arricchita di tavole araldiche e genealogiche.
Due finestre anche sul rupestre, con l’individuazione di una particolare e diffusa tecnica di scavo di età moderna, finora mai segnalata, e i graffiti che incidono le pareti della cosiddetta cripta del canarino, fra Matera e Montescaglioso.
Ampio spazio anche agli articoli su centri dei dintorni: per Tricarico si ragiona sulle cause di morte di Rocco Scotellaro e si presenta il sito archeologico di età classica di Serra del Cedro; per Castellaneta si discute di un’ipotesi sulla città ubicata in località Minerva e inoltre sugli intrecci storici fra il monastero di Picciano e la chiesa di S. Maria de Lamano con il suo affresco; in una cappella di Rionero in Vulture un inedito gruppo scultoreo dell’artista ottocentesco Michele Busciolano, di cui se ne tratteggiano vita e opere.
Le rubriche naturalistiche ci portano nella grotta della Femmina, con l’inedita planimetria effettuata con le moderne tecnologie e scopriamo gli intrecci mitologici delle piante del nostro territorio, e infine riveliamo alcuni termini scomparsi del dialetto materano, desumibili dalle pubblicazioni di F.P. Festa.
Presentiamo inoltre i vincitori dei Premi Antros, lo strumento utilizzato dall’editore per premiare gli articoli più meritevoli con un premio in denaro, che si rinnova anche per i prossimi numeri.
Chiudiamo con una buona notizia: dopo le proteste della comunità scientifica, accademica ed editoriale, il decreto del ministro Sangiuliano è stato opportunamente modificato, e già da questo numero non è stato più necessario pagare esose tariffe per diffondere immagini relative al patrimonio storico e culturale italiano.
Il prossimo appuntamento con la rivista è il prossimo 21 dicembre, ma grazie a questa riforma normativa non si esclude di poter tornare nel corso del 2025 alla periodicità trimestrale.

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